Andrea Frison

Andrea Frison

Guerra in Ucraina. Ferrari (Ispi): “È probabile che la guerra continui. Non si è ancora cominciato a ragionare sul dopo”

“Un anno fa, dopo il riconoscimento da parte della Russia delle due repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk, c’era un filo di speranza che la diplomazia avrebbe potuto trovare la chiave per evitare il conflitto. Dopo l’invasione, l’opportunità che tra Russia, Ucraina e Occidente si stabiliscano nuovi rapporti positivi è diventata estremamente difficile. Impossibile, in tempi brevi”. A dirlo, a "La voce dei Berici", è Aldo Ferrari, storico, docente di Ca’ Foscari e responsabile per l’Ispi del programma di ricerca in Russia, Caucaso e Asia Centrale.

Faggioli: “Come sessant’anni fa Il Papa è la voce più influente”

Tra analogie e differenze, indagare il periodo storico in cui si è aperto il Concilio può diventare una bussola anche per orientarsi nel presente. Il settimanale "La voce dei Berici" ne ha parlato con Massimo Faggioli, storico della Chiesa e docente alla Villanova University in Pennsylvania, Usa che spiega: "Oggi il magistero si trova in un empasse: è impossibile pensare alla 'guerra giusta' quando sono in ballo armi nucleari"

Siccità. Sottani: “La situazione di oggi era stata prevista. Purtroppo però manca una visione di insieme”

Chi osserva quotidianamente le falde acquifere sotterranee non ha dubbi: l'attuale siccità era prevedibile. Anzi, più ancora: muovendosi per tempo si poteva fare qualcosa per renderla meno dannosa. Ne è convinto il direttore di Sinergeo, società con sede a Vicenza che da oltre trent’anni è impegnata in progetti professionali e di ricerca della risorsa idrica presente nel sottosuolo

Ucraina. Mascia: “Gli strumenti per risolvere pacificamente un conflitto si chiamano diritto internazionale e organizzazioni internazionali”

Credere nel diritto internazionale, credere nelle organizzazioni internazionali, credere nelle pace. Secondo Marco Mascia, docente di Relazioni internazionali e sistema politico dell’Unione europea all’Università di Padova, esiste una strada per evitare che il conflitto scatenato dalla Russia trasformi l’Ucraina nell’Iraq d’Europa. Purtroppo però, sostiene il docente padovano, non è la strada intrapresa dall’Unione europea. “L’invio di armi – spiega al settimanale La Voce dei Berici – non solo da parte dell’Italia ma dagli altri Paesi membri e dalla stessa Ue sancisce che l’Unione europea ha preso posizione, si è schierata con l’Ucraina e sta sostenendo la resistenza ucraina”

Fratelli tutti. Salvarani (teologo): “È una parabola francescana. Il Papa scommette sul cambiamento”

“Fratelli tutti è una parabola francescana, da tutti i punti di vista”. Parte da qui Brunetto Salvarani, teologo, per offrire una lettura della nuova enciclica di Papa Francesco, con la premessa, però, che “si tratta di un testo importante, lungo, impegnativo, da studiare e da accogliere nei suoi molti anfratti. Non lo si può ridurre a qualche slogan perché è un testo che ha delle pretese importanti: tra tutte, quelle di offrire uno sguardo ampio e lungo”. E sull'apertura al dialogo con le altre religioni, Salvarani sottolinea che: “Il Papa vuole che il dialogo produca una cultura dell’incontro, superando la contrapposizione tra dialogo e identità”

P. Riggio (Aggiornamenti sociali): “L’accordo raggiunto mostra che la ricerca di un compromesso è l’unica strada possibile e utile”

“Solo qualche mese fa la creazione di un fondo con le caratteristiche del Recovery fund era considerata utopistica. Ma la crisi generata dalla pandemia ha obbligato i leader europei a rivedere priorità e politiche ritenute immodificabili”, così padre Giuseppe Riggio sj, direttore di “Aggiornamenti Sociali”, commentando l’accordo raggiunto a Bruxelles dopo 92 ore di negoziati. Le posizioni dei 27 Paesi dell’Unione Europea hanno trovato un punto comune di compromesso su cui si è siglata l’intesa finale che, spiega p. Riggio, porterà benefici anche all’Italia e non solo nei più di 200 miliardi dal Recovery fund (81,4 di sussidi e 127,4 di prestiti): “Ma anche in termini di innovazione e di superamento di modelli che in vari settori, dalla sanità all’organizzazione del lavoro, la pandemia ha impietosamente mostrato come insufficienti e insostenibili”