Cristiana Dobner

Gisèle e le ferite da cui iniziare un cammino nuovo

Gisèle è stata privata della sua libertà. Non ha vissuto una donazione piena ed ilare, è diventata oggetto di spreco, donna da usare e ri-usare, demolendo così la Bellezza della berachà e l’inno di gioia e di gratitudine al Creatore. Non una volta, e sarebbe già uno sfacelo vergognoso, ma per anni e anni. Su di lei ricadeva la viltà, l’inganno e la sporcizia. L’uomo e la donna possono dirsi tali quando affondano in una simile melma?

Il monachesimo orante, canale in cui il Soffio passa e raggiunge tutto e tutti

Chi varca la soglia del monastero entra in un’aerea protetta, ben diversa da quel quotidiano che si lascia alle spalle. La monaca comprende e apprende, in quella splendida catena di trasmissione che germina dai monaci e dalle monache dei primi secoli di vita della Chiesa, il punto principale: Egli, l’Altissimo, nel Suo Amore Trinitario, è sempre presente e attende che lo si accolga adorandoLo. Non dice altro la vita monastica, non conosce proclami, opere costruttive, dice solo che Egli è presente alla storia e da Lui ogni vita trae la linfa.

Il Risorto infrange ogni barriera e ci porta alla misericordia

Le dimensioni di spazio e tempo sono state fecondate diversamente, non dalla scienza, non dalla filosofia e neppure dalla teologia (che è nata dopo!) ma dal mistero di un’energia che nasce dall’esperienza della Passione e morte del Redentore per risplendere sul Volto del Risorto, con piena e totale potenza risanatrice. L’energia che sprigiona dal Risorto non si tocca con mano, non la si vede, non la si può, peggio ancora, computare o monetizzare. Eppure pervade l’universo, si irradia dovunque e su tutti. Si chiama misericordia

Anno della preghiera: il segreto dell’alleanza è nelle nostre mani

L’intento è quello di farci scoprire oggi, nel nostro quotidiano pluri-sfaccettato e quindi ricco di stimoli, ma anche contaminato dalla terribile esperienza della velocità, di quell’aspetto del vivere definito… mordi e fuggi…, della reale, almeno possibilità se non concreta esperienza, della Presenza in noi del nostro Creatore che, non solo ci ha immessi nella storia - non “gettati” e poi scordati - ma che pulsa in noi e muove i nostri passi simultaneamente con i Suoi, mentre continua a creare questo mondo che vuole sfuggirGli, darsi traguardi propri: guadagni, benessere, conquiste. Accogliere quindi l’invito non a catalogare le preghiere ma a diventare oranti. Persone che, nel loro vivere e respirare, hanno coscienza di non essere sole ma abitate dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Ascoltare, rispondere, dialogare, fare proprio l’amore trinitario che fluisce sempre

Epifania: luce attesa, sospirata e invocata

I nostri doni possono essere come l’oro, quando tutto il nostro essere si lascia trapassare dalla luce ed adora, come l’incenso quando il nostro agire quotidiano profuma di gesti di altruismo e di carità, come mirra preziosa che stendiamo sui dolori e sulle sofferenze dei nostri fratelli e sorelle. Allora sarà nostra la gioia dei Magi quando videro la stella!