Delle Foglie Domenico Delle Foglie

Delle Foglie Domenico Delle Foglie

Un memoriale in Rete per i 100 mila morti. Custodiamo e condividiamo i ricordi delle famiglie italiane

Quanti nonni non potranno più raccontare di sé e della propria vita? Quante storie di vite esemplari saranno andate perdute? Quanta consapevolezza delle proprie origini (da dove veniamo, chi erano i nostri bisnonni…) sarà stata bruciata in questo rogo spaventoso della conoscenza del passato? Quanto amore non è stato manifestato e quanto dolore non è stato condiviso? Quante carezze, quanti baci, quanti abbracci non sono stati vissuti? Solo da questa drammatica consapevolezza può nascere non solo un nostro personalissimo modo di sentire e vivere questa durissima stagione, ma anche l’urgenza di fare qualcosa per conservare la memoria di questa generazione portata via da un virus venuto da lontano e ben presto diventato padrone delle nostre vite, delle nostre coscienze e del nostro immaginario.

L’orsa Ina e noi. Quando tutto sarà finito, gireremo in tondo in una gabbia immaginaria?

Anche a noi si è stretto il cuore quando abbiamo visto l’orsa Ina girare in tondo all’infinito, dopo essere stata liberata dalla gabbia in cui aveva vissuto per vent’anni. Ormai incapace di vivere in libertà, si è costruita tutto intorno una sorta di gabbia immaginaria. Quei fotogrammi parlavano di noi, di ciascuno di noi. Di come siamo e di come potremmo diventare. Di noi che da un anno ormai viviamo in gabbia, al pari di quell’orsa. Autoprigionieri del virus che ha cambiato così profondamente la nostra vita da indurci alle domande più improbabili. Ecco, noi tutti, quando sarà raggiunta l’immunità di gregge grazie alla vaccinazione e saranno disponibili le cure con anticorpi monoclonali, come ci saremo ridotti?

La lezione di Amanda Gorman: il metodo democratico è la migliore garanzia per il futuro

Ci sono tornanti imprevisti della Storia che producono parole nuove e proiettano un cono di luce inaspettato. È accaduto che toccasse in sorte alla giovanissima poetessa americana Amanda Gorman, in occasione del giuramento presidenziale di Joe Biden, trovare parole nuove per parlare della democrazia tellurizzata dall’assalto a Capitol Hill. La Gorman ci ha detto che “mentre la democrazia può essere periodicamente rallentata, non può mai essere permanentemente sconfitta. In questa verità. In questa fede noi confidiamo”. Queste parole ci restituiscono una speranza e, soprattutto, ci inducono a riflettere sulla qualità della democrazia. Da quanto tempo l’Occidente non si interroga sulla propria democrazia? Come un organismo vivente può avere il fiato corto, può mancarle l’ossigeno della partecipazione, può pagare un prezzo alla richiesta di sicurezza individuale e collettiva, può cedere alla tentazione delle maniere forti, può diventare sorda e muta