Tante volte abbiamo bisogno di una parola dall’alto che ridimensioni l'aggressività, il desiderio di primeggiare, la superbia di sentirsi migliori e più forti degli altri.
Del resto chi di noi, ancor più se verso il compimento della sua esistenza terrena, non anela ad una pienezza di vita che è ben più di una rassegnata consolazione per ciò che ha vissuto?
Quanto è liberante manifestare la propria fiducia che in ultima istanza c’è un disegno provvidente, c’è un giudizio, ma non sta a noi compierlo e neanche volerlo prevedere.
Quale popolo può lodare un Dio che ha desiderio di ascoltarlo, a cui può aprire il cuore con questa confidenza figliale che può permettersi di non nascondergli niente?