Giovanni M. Capetta

Giovanni M. Capetta

Come celebrare il Natale? Forse possiamo trovare un’occasione propizia in questo stato di necessità

Non conduce da nessuna parte la corsa ad avere sempre qualcosa in più degli altri, mentre porta frutto la ricerca di essere sempre per qualcuno.

Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioiaSeconda Lettera ai Corinzi 9,7

Si avvicina il tempo del Natale, il tempo delle feste. Quante volte, la domanda che si fa tanta gente è: “Cosa posso comprare? Cosa posso avere di più? Devo andare nei negozi a comprare”. Diciamo l’altra parola: “Cosa posso dare agli altri?”. Per essere come Gesù, che ha dato sé stesso e nacque proprio in quel presepio.Papa Francesco, Omelia, Santa Messa nella Giornata mondiale dei poveri, 15 novembre 2020

Trovare il tempo della preghiera. Il Rosario, una delle più eccellenti preghiere in comune che la famiglia cristiana è chiamata a recitare

Non possiamo desistere dall’impegno ad alimentare una preghiera che a sua volta si fa combustibile e nutrimento per tutta la vita della casa e fuori di essa.

Vogliamo ora, in continuità di intendimenti con i Nostri Predecessori, raccomandare vivamente la recita del Rosario in famiglia […] . Perciò, al recupero della nozione teologica della famiglia come Chiesa domestica, deve coerentemente seguire un concreto sforzo per instaurare nella vita familiare la preghiera in comune. […] È cosa lodevole (…) che la famiglia, santuario domestico della Chiesa, oltre alle comuni preghiere celebri anche, secondo l’opportunità, qualche parte della Liturgia delle Ore, inserendosi così più intimamente nella Chiesa. […]. Ma, dopo la celebrazione della Liturgia delle Ore – culmine a cui può giungere la preghiera domestica –, non v’è dubbio che la Corona della Beata Vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci «preghiere in comune», che la famiglia cristiana è invitata a recitare. Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il Rosario ne sia espressione frequente e gradita. Siamo ben consapevoli che le mutate condizioni della vita degli uomini non favoriscono, ai nostri giorni, la possibilità di riunione tra familiari e che, anche quando ciò avviene, non poche circostanze rendono difficile trasformare l’incontro della famiglia in occasione di preghiera. È cosa difficile, senza dubbio. Ma è pur caratteristico dell’agire cristiano non arrendersi ai condizionamenti ambientali, ma superarli; non soccombere, ma elevarsi.

Esortazione Apostolica Marialis Cultus, 2 febbraio 1974

Quei focolari domestici. Papa Montini: una famiglia cristiana è “l’immagine ridente e dolce della Chiesa”

Il discorso di Paolo VI ad una rappresentanza delle coppie dell’Équipes Notre-Dame: oggi come allora.

Noi vorremmo solamente questa mattina attirare la vostra attenzione sulla ospitalità, che è una forma eminente della missione apostolica della famiglia. […] Nei nostri tempi, così duri per molti, quale grazia è quella di essere accolti in questa “piccola Chiesa”, secondo la parola di San Giovanni Crisostomo, di entrare nella sua tenerezza, di scoprire la sua maternità, di esperimentare la sua misericordia, perché è vero che una famiglia cristiana è “l’immagine ridente e dolce della Chiesa”. È un apostolato insostituibile che dovete compiere generosamente, un apostolato famigliare per il quale la formazione dei fidanzati, l’aiuto ai giovani sposi, il soccorso alle famiglie in difficoltà costituiscono dei campi privilegiati. Sostenendovi a vicenda, quali compiti non siete in grado di svolgere nella Chiesa e nel mondo?

Paolo VI, Discorso ad una rappresentanza delle coppie dell’Équipes Notre-Dame, n.12 – 4 maggio 1970

Della vita umana. La prima responsabilità dei coniugi è sapersi dimostrare aperti ad una vita più grande

La Chiesa in ogni tempo si fa compagna di strada degli uomini e delle donne, non solo dei battezzati, perché non considera a sé estraneo nulla di ciò che riguarda l’umano.

Perciò l’amore coniugale richiede dagli sposi che essi conoscano convenientemente la loro missione di paternità responsabile, sulla quale oggi a buon diritto tanto si insiste e che va anch’essa esattamente compresa. […] Nel compito di trasmettere la vita, essi non sono quindi liberi di procedere a proprio arbitrio, come se potessero determinare in modo del tutto autonomo le vie oneste da seguire, ma, al contrario, devono conformare il loro agire all’intenzione creatrice di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti, e manifestata dall’insegnamento costante della chiesa.

Paolo VI, lettera enciclica Humanae Vitae, n.10 – 25 luglio 1968

Il matrimonio non è una via facile. La legge della carità è quella su cui fa perno tutta la vita degli sposi

La fatica non è una dimensione da rifuggire o che da sé indicherebbe il presunto fallimento di una unione, quanto piuttosto una dimensione da saper accogliere e far fruttificare.

La legge della carità verso Dio, verso il coniuge e verso i figli, con le conseguenti responsabilità, indica chiaramente che il matrimonio e la famiglia cristiana esigono un impegno morale: non sono una via facile di vita cristiana, sebbene sia la più comune, quella che la maggioranza dei figli di Dio è chiamata a percorrere. È piuttosto un lungo cammino verso la santificazione, che si nutre delle gioie e dei sacrifici di ogni giorno, della vita apparentemente più normale, quando sia guidata dalla legge di Dio e imbevuta dall’amore.

Paolo VI, Discorso alle partecipanti al XIII Congresso Nazionale del Centro Italiano Femminile, sabato 12 febbraio 1966.

Un prete per amico. Compito dei sacerdoti è quello di formarsi una competenza riguardo ai problemi famigliari

Sono belle quelle famiglie che hanno saputo incontrare e intrecciare la loro strada con quella di qualche sacerdote.

È compito dei sacerdoti, provvedendosi una necessaria competenza sui problemi della vita familiare, aiutare amorosamente la vocazione dei coniugi nella loro vita coniugale e familiare con i vari mezzi della pastorale, con la predicazione della parola di Dio, con il culto liturgico o altri aiuti spirituali, fortificarli con bontà e pazienza nelle loro difficoltà e confortarli con carità, perché si formino famiglie veramente serene.

Gaudium et Spes, n. 52 – 7 dicembre 1965

Un matrimonio fecondo. Lo scopo dell’amore coniugale non è solo la procreazione, ma ha un valore in sé nel mutuo scambio fra i coniugi

Molte coppie cristiane che vivono la croce dell’infertilità sperimentano giorno per giorno che il loro amore genera altri frutti, che non sono i figli naturali.

I coniugi sappiano di essere cooperatori dell’amore di Dio Creatore e quasi suoi interpreti nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla; ciò deve essere considerato come missione loro propria. […]

Il matrimonio tuttavia non è stato istituito soltanto per la procreazione; il carattere stesso di alleanza indissolubile tra persone e il bene dei figli esigono che anche il mutuo amore dei coniugi abbia le sue giuste manifestazioni, si sviluppi e arrivi a maturità. E perciò anche se la prole, molto spesso tanto vivamente desiderata, non c’è, il matrimonio perdura come comunità e comunione di tutta la vita e conserva il suo valore e la sua indissolubilità.

Gaudium et Spes, n. 50, 7 dicembre 1965

Fidanzamento, tempo di Grazia. Ai futuri sposi è chiesto di potenziare il loro amore attraverso un percorso di purificazione

Non può sfuggire quanto sia significativo che i padri conciliari abbiano voluto coinvolgere anche chi è in procinto di sposarsi fra coloro che vivono l’amore coniugale.

I fidanzati sono ripetutamente invitati dalla parola di Dio a nutrire e potenziare il loro fidanzamento con un amore casto, e gli sposi la loro unione matrimoniale con un affetto senza incrinature.

Costituzione Pastorale Gaudium et Spes, n. 49 – 7 dicembre 1965