“L’amore infinito e misericordioso di Dio che accoglie tutti, è ciò che permette di sperare. Senza fare l'esperienza di questo amore misericordioso, resta il dolore. Restano l'angoscia e l'abbandono. E’ ciò che Gesù stesso ha provato sulla croce, dentro l'abbraccio amoroso del Padre. Ecco perché la Croce è anche fonte di irradiazione della luce”
“Continuate a pregare per la pace in Myanmar”, l’appello del vescovo Lucius Hre Kung dopo la distruzione della chiesa di Cristo Re a Falam. I cattolici celebreranno Pasqua da sfollati, offrendo a Cristo le loro sofferenze
“Attraverso queste azioni constatiamo che per uno Stato che si autodefinisce ‘Santa Rus’, in realtà non vi è nulla di sacro. È assente il più elementare rispetto per il valore della vita umana, per non parlare del rispetto verso la celebrazione delle festività del cristianesimo e dell’ebraismo”.
Stanno crescendo in maniera significativa le autorizzazioni complessive all’esportazione, che concretizzeranno nei prossimi anni un grande aumento degli incassi delle aziende produttrici di armi a seguito della vendita a Paesi stranieri. Nel 2024 sono stati sfiorati gli 8 miliardi di euro complessivi. E’ quanto denuncia la Rete Italiana Pace e Disarmo che ha preso in esame i dati sull’export militare italiano relativo al 2024 da poco trasmessi al Parlamento, presenti nella “Relazione annuale prevista dalla Legge 185 /90”.
È salito a 20 il bilancio delle persone morte nell’attacco di venerdì scorso a Kryvyi Rih. 9 erano bambini. Stavano giocando in un parco giochi. Il Sir ha raggiunto telefonicamente il vescovo della città, mons. Maksym Ryabukha: "Quando penso alle persone che schiacciano i bottoni e mandano le bombe sui quartieri popolari, mi pongo la domanda: cosa c’è di umano in queste persone? È un orrore che rompe il cuore”
In occasione dell'80° anniversario della divisione della Corea, una delegazione di vescovi coreani si è recata in pellegrinaggio nell’isola di Kyodong (comune di Ganghwa), zona di confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Hanno camminato lungo una recinzione di filo spinato che si estende per cinque chilometri dal bacino idrico di Gogu verso Manghyangdae e hanno guardato in lontananza la Corea del Nord. “Spero possa arrivare il giorno in cui scomparirà questa recinzione e potremo andare e venire liberamente", ha detto il vescovo Simon Kim Ju-young.
Mentre si scava tra le macerie, migliaia di persone stanno trascorrendo le notti per strada o in spazi aperti a causa dei danni e della distruzione delle case o per paura di ulteriori terremoti. Anche le principali infrastrutture di fornitura di acqua ed elettricità e le torri di comunicazione sono state gravemente colpite. Il fatto gravissimo è che mentre la giunta militare ha chiesto aiuti, continua a bombardare i civili nelle aree colpite dal terremoto. “Quale gruppo di esseri umani bombarda altri esseri umani le cui vite sono state appena devastate da un terremoto?”, chiede il giornalista Benedict Rogers. “Che tipo di governo chiede aiuti internazionali e poi bombarda il suo stesso popolo?”
Una fonte raggiunta dal Sir a Yangon descrive la situazione in Myanmar, a 24 ore dal terribile sisma che venerdì 28 marzo ha devastato il Myanmar. Le linee telefoniche sono disturbate. “Le comunicazioni non funzionano. Siamo senza internet e con pochissima elettricità”. Con il trascorrere delle ore si fa sempre più pesante il bilancio del terremoto, tra conta dei morti e distruzioni. La Giunta militare del Paese ha decretato lo Stato di emergenza in sei regioni del Paese e ha lanciato un inedito appello per gli aiuti internazionali, invitando “qualsiasi Paese, qualsiasi organizzazione”