È stato Papa Francesco all’Angelus di domenica 1 dicembre a sollevare con preoccupazione la questione dell’inverno in Ucraina che rischia di esacerbare le condizioni già estremamente precarie di milioni di sfollati. "Saranno mesi difficilissimi per loro”, ha detto Francesco e “la concomitanza di guerra e freddo è tragica”. Parla mons. Yazlovetskyi, vescovo ausiliare di Kiev e presidente di Caritas-Spes Ucraina: “Rimango in silenzio perché temo di ripetere sempre le stesse cose. Ma per noi il nome della speranza qui in Ucraina è pace. Una realtà che prima davamo per scontata ma che oggi è diventata un dono che imploriamo”
Torna, anche quest’anno, il percorso “Formare i formatori”, promosso dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo. Mercoledì 27 novembre sono stati presentati i nuovi Web Doc che aiutano a conoscere i vari mondi religiosi. L’obiettivo, sottolinea Barbara Ghiringhelli, collaboratrice dell’Ufficio Cei, è proprio quello di “accrescere la conoscenza dell’altro, aumentare la consapevolezza dell’oggi per essere sempre più in grado di instaurare relazioni di dialogo e di amicizia tra persone e comunità di confessioni e religioni diverse”
Si è aperta a Bruxelles l'Assemblea autunnale della Comece nel giorno in cui a Strasburgo, i parlamentari europei davano il via libera alla Commissione bis di Ursula Von der Keyen. Con 370 voti a favore (su un numero totale di 719 eurodeputati), la Commissione ha ottenuto il sostegno più risicato della storia europea. Mons. Mariano Crociata, presidente dei vescovi Ue, lancia un monito: "L'Europa ha una grande potenzialità, ma se lacerata, rischia di non avere nessuna possibilità di azione"
La Croce pellegrina e l’Icona della Madonna Salus Populi Romani “simboli” della Gmg saranno accolte ed esposte al pubblico il 29 novembre nella cattedrale di Myeongdong dell’arcidiocesi di Seoul, in Corea del Sud, dove si svolgerà la Giornata mondiale della gioventù nel 2027.
Il 2025 è l’anno in cui ricorrerà il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea. C’è un grande fermento nelle Chiese in vista di questo anniversario. Il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) organismo ecumenico, con sede a Ginevra che conta 332 chiese membro, ha deciso di designare il 2025 come anno ecumenico speciale. Ci saranno pertanto eventi, incontri, grandi celebrazioni che si svolgeranno tutto l’anno e in diverse regioni del mondo
Martedì 19 novembre saranno trascorsi 1.000 giorni dall’invasione russa dell’Ucraina. Li ripercorriamo con il nunzio apostolico di Kyiv, mons. Visvaldas Kulbokas. “Certamente – dice - c'è tantissima stanchezza, soprattutto perché si sa che ci sono poche speranze. Quando qualche politico dall'estero afferma: ‘farò di tutto per fermare la guerra’, l'esperienza ci dice che non è che sia così facile adempiere a queste promesse, perché la realtà è un po’ diversa. Quindi, la gente non si illude più di tanto. Anzi, io ritengo che persino la missione della Chiesa non è quella di rafforzare le illusioni, ma piuttosto di annunciare il Vangelo e ridare speranza alla popolazione perché c'è tanta disperazione”.
La testimonianza di suor Olexia Pohranychna, religiosa della Congregazione delle suore greco-cattoliche di San Giuseppe. Racconta come si riesce a vivere 1.000 giorni di guerra in una città che si trova al confine orientale dell’Ucraina, a pochi chilometri dalla Russia, praticamente sul “fronte” caldo del conflitto. “La mia speranza – dice – è che questa guerra finisca il più presto possibile ma finisca con una pace giusta, non come dice Putin. Noi come popolo ucraino non abbiamo fatto niente contro la Russia. Sono loro ad essere entrati per distruggere e bombardare tutto. Tutti vogliamo la pace. Tutti vogliamo tornare a vivere sereni, andare a dormire tranquilli. La speranza è che la pace arrivi presto".
Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc): "Il tema della guerra in Ucraina è al centro dei negoziati non soltanto diplomatici e politici, ma anche economici. Chiediamo allora a tutti di avere il coraggio di ascoltare la voce degli ucraini. Che non pensino di trovare una pace senza di noi. In passato, abbiamo visto parlare di noi, senza di noi. Ma la voce dell'Ucraina deve essere ascoltata, considerata. L’Ucraina deve essere, come popolo, il soggetto di queste trattative. Solo così si può avviare un autentico dialogo e non un monologo dei potenti. Solo così si svelerà una via per una pace giusta".
Il vice presidente della Conferenza episcopale laziale delinea il percorso sinodale compiuto dalle Chiese nel Lazio, evidenziando le attese e e le esigenze emerse, alla vigilia dell’Assemblea nazionale del cammino sinodale delle Chiese in Italia che si terrà a Roma da oggi al 17 novembre. Un percorso che ha visto protagoniste le singole diocesi ed ha toccato "temi cruciali della vita ecclesiale come gli organismi di partecipazione, la riforma delle strutture, l’iniziazione cristiana". "La richiesta di un cambiamento - commenta il vescovo - si scontra spesso con una fatica e una lentezza che prendono anche chi dovrebbe avere un ruolo di guida e di animazione"