Secondo le statistiche ufficiali, in Ucraina, si contano ormai 125.000 mutilati di guerra, in prevalenza maschi ma anche molte donne, ai quali occorre assicurare, fin da adesso e poi sempre più in futuro, una cura riabilitativa dopo l’intervento chirurgico e il sostegno di psicologi per ricostruirsi una vita in presenza di gravi ferite. Per dare una “risposta” al dolore di una vita spezzata, i salesiani di Leopoli sono andati a cercare i ragazzi ricoverati negli ospedali proponendo loro una pratica sportiva poco conosciuta
Oggi, 28 ottobre, si entra nel 60° anniversario della Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Ecumenico Vaticano II, promulgata da Papa Paolo VI il 28 ottobre 1965. Lo ha ricordato ieri all’Angelus Papa Francesco. “Soprattutto in questi tempi di grandi sofferenze e tensioni – ha detto -, incoraggio quanti sono impegnati a livello locale per il dialogo e per la pace”. Mons. Olivero, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo: “Conoscenza, stima e riconoscimento dell'altro. Sono questi i presupposti del dialogo perché aprono alla collaborazione nella differenza. Se noi come uomini e donne di religioni diverse, impariamo a rispettarci e a collaborare nella differenza e nonostante le differenze, sicuramente saremo nelle società in cui viviamo, un grande fermento di pace”.
“E’ difficile commentare e dire qualcosa anche perché non sappiamo niente. Certamente, questi fatti dimostrano che ci sono forze che credono che con la violenza si possono risolvere i problemi della coesistenza e della vita sociale, quotidiana e politica”.
Chiaretto Yan, da Shanghai, professore del seminario nazionale di Pechino e autore di libri dedicati alla Chiesa cattolica in Cina, commenta per il Sir il rinnovo dell’Accordo Santa Sede-Cina: ha fornito – dice - “un quadro incentrato principalmente sulla nomina dei vescovi in Cina, una questione controversa che era stata un ostacolo nelle relazioni tra il governo cinese e la Santa Sede”. Questo quadro “potrebbe essere migliorato nel tempo” ma il fatto che si sia deciso di prorogarlo non più per due ma per quattro anni è segno che “è maturata una fiducia reciproca e il dialogo si prosegue stabilmente”.
Dal 25 settembre al 7 novembre è in corso una "missione" di Taizé in Ucraina. Da Kiev, a Poltava, Zaporizhzhia, Dnipro Odessa…sono tre i fratelli della comunità che stanno viaggiando per il Paese, andando incontro alle comunità e ai giovani. È fr. Matthew, priore della Comunità di Taizè, a spiegare al Sir i motivi che hanno spinto la Comunità ad intraprendere questa iniziativa: "La cosa che veniva chiesta più volte, è: non dimenticateci. Raccontate cosa avete visto e fate sapere quello che stiamo vivendo. Perché questa è la grande paura: essere abbandonati"
“Il voto filo russo era temuto. Chi vive in Moldavia non si meraviglia di questo risultato, in considerazione del fatto che la gran parte della popolazione è di cultura sovietica, per cui ritiene conservare il legame con la Russia, prendendo le distanze dalle scelte politiche di Putin”. È mons. Cesare Lodeserto, vicario generale nella diocesi di Chisinau, a leggere i risultati delle elezioni di domenica 20 ottobre. La popolazione è stata chiamata alle urne per il primo turno delle presidenziali, che vedevano contrapposta la presidente filoeuropeista Maia Sandu a 10 candidati filorussi, e per il referendum che chiedeva di modificare la Costituzione per consentire al Paese di aderire all’Ue. E lo scenario che dalle urne si è aperto – dice oggi mons. Lodeserto – “è estremamente delicato”.
“Che cosa spero io sinceramente? Spero solo in un miracolo di Dio che ha una solo parola, molto chiara: conversione del cuore. Finché non si convertono i cuori, sperare in buona soluzione, è sperare in niente”. Risponde così mons. Maskym Ryabukha, vescovo dell'esarcato greco-cattolico di Donetsk, alla domanda sui tentativi dei “piani di pace” che si discuteranno oggi a Bruxelles alla presenza del presidente ucraino Zelensky. E riguardo ai territori occupati dai russi, il vescovo dice: “Sapete quanti sono i nostri parrocchiani che si trovano dall'altra parte? Sapete quanti di loro sono spariti? E non possiamo neanche chiedere a nessuno dove sono e che fine hanno fatto, perché rischiamo anche noi di sparire solo per aver fatto la domanda. Ma sparire ha solo due direzioni: o carcere con tutte le torture quotidiane di cui purtroppo siamo a conoscenza, oppure morte”.
Oggi, presso il Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca (Decr), si è svolto l’incontro tra il presidente del Dipartimento, il metropolita Antonij di Volokolamsk, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, inviato speciale del Papa per la pace in Ucraina, il cardinale Matteo Maria Zuppi, e la delegazione al seguito, tra i cui membri figurava il nunzio apostolico presso la Federazione Russa, mons. Giovanni D’Agnello. A dare conto dell’incontro è il servizio di comunicazione del Dipartimento del Patriarcato di Mosca.
Ricordare la deportazione degli ebrei di Roma, avvenuta 81 anni fa, il 16 ottobre del 1943, in un momento storico divenuto drammatico per la guerra che sta infiammando il Medio Oriente, dopo il 7 ottobre dello scorso anno. “È tornato tutto l’odio come un boomerang”, dice la scrittrice testimone della Shoah, in questa intervista al Sir. E aggiunge: “Mi rifiuto di essere pessimista perché c'è del buono nel mondo, sempre. Anche nei momenti più bui, c'è sempre un po’ di luce”