Intervista a monsignor Michel Landau, presidente di Caritas Europa, tra i relatori al 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane in corso fino all’11 aprile a Grado, in provincia di Gorizia. Tra i temi trattati, le elezioni europee, i conflitti in Ucraina e a Gaza, le migrazioni.
“Non si può più parlare di errori. Sono errori colpire la gente che va a prendere il cibo? O uccidere sette operatori umanitari?” Silvia Stilli, presidente dell'Aoi, l'associazione delle Ong italiane, è sconvolta dalla notizia dell'uccisione di sette operatori umanitari di World central kitchen, una organizzazione statunitense che distribuisce cibo nella Striscia di Gaza. Ha visionato le immagini dell'attacco: “L'esercito israeliano ha volutamente ucciso persone poco dopo che avevano consegnato degli aiuti umanitari. Chiediamo che ci sia a livello internazionale un atto non solo di denuncia e condanna ma che vengano presi provvedimenti pesanti nei confronti dei militari israeliani”.
"Nelle ultime settimane ci sono stati dei massacri, dei villaggi incendiati e c'è molta paura tra la popolazione”. A parlare al Sir dalla Repubblica Centrafricana è padre Aurelio Gazzera, missionario da oltre trent'anni, nominato a febbraio vescovo coadiutore di Bangassou. Ora è a Baoro ma si recherà a Bangassou dopo Pasqua. Racconta come la popolazione sta vivendo il Venerdì Santo e le celebrazioni pasquali, ma anche come si sente dopo aver saputo della nomina episcopale
L'Alta Corte del Regno Uniti ha deciso oggi che Julian Assange, il giornalista australiano e co-fondatore di Wikileaks, potrà presentare un nuovo ricorso contro la sua estradizione negli Stati Uniti, dove dovrebbe affrontare un processo con 18 capi di imputazione. Rischia 175 anni di carcere per aver rivelato crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan. Assange è diventato icona del giornalismo libero. In giornata sono stati infatti organizzati presidi di giornalisti e attivisti per i diritti umani a Roma, Napoli, Milano.
Ad aprile sarà un anno dall’inizio del conflitto tra l’esercito regolare e i paramilitari delle Forze rapide di supporto. La guerra civile ha causato almeno 15.000 morti e quasi 8 milioni di persone in fuga dai combattimenti tra sfollati interni e rifugiati nei Paesi vicini. I combattimenti proseguono nonostante il Consiglio di sicurezza dell’Onu abbia chiesto il cessate il fuoco durante il periodo del Ramadan. Ci sono 18 milioni di persone in condizione di insicurezza alimentare e almeno 220.000 bambini che rischiano di morire di fame. Per il Wfp si profila lo spettro di una carestia imminente
Sono stati diffusi il 12 marzo i dati sui flussi di trasferimento di armi nel mondo del rapporto annuale del Sipri, l'’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma, la fonte più autorevole in materia, che ha comparato i dati del quinquennio 2019-2023 rispetto al 2014-2018. Cinque i maggiori Paesi esportatori: Stati Uniti (+17%), Francia, Russia, Cina e Germania. Al sesto posto è l’Italia, con un balzo enorme dell’86%, la crescita più alta in assoluto. Dimezzate invece le esportazioni dalla Russia (-53%), probabilmente perché ha usato le armi nel conflitto in Ucraina.
La notizia delle dimissioni del premier di Haiti Ariel Henry, su pressione della comunità internazionale, "segna una svolta significativa perché la situazione non poteva che degenerare”. Dopo una notte di spari a Port-au-Prince "questa mattina la città si è svegliata con una calma apparente. È tutto aperto, la circolazione ha ripreso, gli esercizi commerciali sono aperti. Questi per noi sono segnali di incoraggiamento”. A parlare al Sir è Flavia Maurello, rappresentante Paese della Fondazione Avsi ad Haiti, che descrive però una situazione drammatica nei quartieri difficili in cui lavorano, Cité Soleil e Martissant: "Manca acqua potabile, cibo e aumentano gli atti di violenza sulla popolazione. Siamo molto preoccupati per le nostre comunità. Abbiamo bloccato le attività sul campo perché è troppo pericoloso".
Nel Parco nazionale Tayrona, nel nord della Colombia, tra il mar dei Caraibi e la Sierra Nevada di Santa Marta, ai leader di quattro popoli indigeni che abitavano queste terre ogni anno viene concesso di riunirsi per celebrare i loro riti sacri e riportare l'armonia nella natura. In queste settimane il parco rimane chiuso al turismo di massa. Ma la strada da fare per veder riconosciuti i diritti degli autoctoni è ancora lunga. Una riflessione nata durante un viaggio.
Oggi 127 milioni di pakistani, su una popolazione di 240 milioni di abitanti, sono chiamati alle urne per le elezioni parlamentari, in un clima di instabilità, incertezza economica e politica. Due esplosioni nella provincia del Baluchistan hanno provocato 22 morti e 37 feriti. Il Pakistan è una potenza nucleare con un esercito professionale e gioca un ruolo strategico nella regione. Ne abbiamo parlato con il giornalista pakistano Ejaz Ahmad