Parla dal Marocco Tifwat Belaid, senior programme manager di ActionAid, che opera nel Paese da una ventina d'anni a Rabat e Tangeri, per proteggere i diritti delle donne giovani e migranti. L'organizzazione umanitaria ha già inviato un team nelle zone colpite dal terremoto e mobilitato i partner locali. Al momento stanno valutando i bisogni e distribuendo i primi aiuti. "Servono coperte per proteggersi dal freddo, rifugi e farmaci per i malati che si trovano isolati e senza cure", dice al Sir. Intanto è salito il bilancio ufficiale dei morti, almeno 3.000, con 5.530 feriti
“Qui a Tripoli la situazione é calma e non ci sono problemi. Al momento dicono che ci sono circa 3.000 morti ma sicuramente i numeri saranno molto più alti. Sono stati trovati anche corpi di migranti”.
“Basta morti in mare, la priorità è salvare vite umane. L’Europa si disinteressa e scarica tutto sull’Italia. Sui salvataggi in mare l’Europa deve essere messa di fronte alle proprie responsabilità, aiutando finanziariamente l’Italia. I fondi ci sono”: è la prima delle proposte per una immigrazione regolare illustrate oggi da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, in una conferenza stampa a Roma.
Croci divelte dai tetti, bibbie e cimitero profanati, almeno cinque chiese bruciate, cristiani costretti a fuggire dalle proprie case, molestati e picchiati, oggetti di valore saccheggiati: è accaduto ieri, 16 agosto, a Jaranwala, a 30 chilometri da Faisalabad, nello Stato del Punjab in Pakistan, dove una folla inferocita di cinque o seimila persone, urlando slogan estremisti, ha dato alle fiamme e vandalizzato numerose chiese e case appartenenti alla minoranza cristiana locale, circa 10.000 persone.
Parla al Sir da Fiume, in Croazia, padre Stanko Perica, direttore generale del Jesuit refugee service per l’Europa Sud Est: “Attualmente i numeri sono abbastanza alti, come avviene sempre in estate. So che c’è un aumento rispetto all’anno scorso ma non riusciamo a sapere quanti sono. Non ho più sentito di respingimenti a catena tra Italia, Croazia e Bosnia ma ci sono ancora casi di ragazzi picchiati dalla polizia croata"
Le Catholic charities delle Hawaii, con sede centrale ad Honolulu, hanno lanciato unaraccolta fondi on line per aiutare le popolazioni colpite dai devastanti incendi a Lahaina, nell’isola di Maui, dove hanno perso la vita almeno 93 persone e sono andate distrutte circa 3.000 abitazioni.
Tre dei quattro superstiti dell'ultimo naufragio nel Canale di Sicilia, cattolici, di nazionalità ivoriana, hanno chiesto ieri un incontro con il parroco di Lampedusa, don Carmelo Rizzo. Hanno tutti perso un familiare in mare. Gli hanno consegnato mazzi di fiori da mettere sulle bare che sono nel cimitero di Lampedusa e chiesto di pregare per i loro cari. Il racconto al Sir.
“Anche le ultime lacrime per piangere tanti innocenti morti in mare sono finite. Non c’è più spazio nemmeno per le parole di circostanza, troppo spesso dense di ipocrisia. È solo tempo di agire, ripristinando diffusamente i dispositivi di salvataggio in mare delle Ong”.
Il Mediterraneo è un cimitero per i migranti, ma il Nord Africa è un cimitero ben più grande e peggiore: di ritorno dalla Gmg di Lisbona Papa Francesco ha espresso la sua preoccupazione per la situazione nei Paesi africani che affacciano sul Mar Mediterraneo. Delle condizioni dei migranti sub-sahariani in Libia e Tunisia abbiamo parlato con Flavia Pugliese, referente di Terre des hommes per i progetti in Libia, che segue dalla Tunisia a causa del blocco dei visti