Patrizia Caiffa

Patrizia Caiffa

Siriani morti di fame e sete. Forti (Caritas italiana), “assurda l’assenza di risposte, le soluzioni ci sono”

Un dispositivo di ricerca e soccorso in mare; evitare ritardi eccessivi nell’assegnare i porti; ristrutturare l'hot spot di Lampedusa per adeguarlo ai numeri e prevedere un sistema di trasferimento veloce verso altri porti; incentivare vie legali e sicure come quelle dei corridoi umanitari. Dopo l'ennesima tragedia dei sei siriani morti di fame e sete su una imbarcazione arrivata a Pozzallo (tra cui tre bambini) Oliviero Forti, di Caritas italiana, elenca al Sir alcune soluzioni possibili per evitare altri morti nel Mediterraneo e rendere l'accoglienza dignitosa.

Pakistan, Caritas in prima linea per gli aiuti di emergenza. Aiuti a 13.000 famiglie in 14 distretti

In seguito alle forti piogge monsoniche che si sono acuite la scorsa settimana ora è sott'acqua un terzo del Pakistan, con milioni di persone che hanno bisogno di aiuti umanitari. L’appello alla rete internazionale delle Caritas è di 1 milione e mezzo di euro ma aumenterà nei prossimi giorni per far fronte ai tanti bisogni, in continua crescita. Caritas italiana sta ricevendo donazioni e ha fatto richiesta alla Cei di uno stanziamento di circa 300.000 euro da destinare a Caritas Pakistan per aiutare le persone più vulnerabili. Ce ne parla Massimo Pallottino, responsabile dell’ufficio Asia e Oceania di Caritas italiana

Afghanistan. Padre Sanavio: “Dopo la fuga da Kabul un anno di sconvolgimenti”

Padre Matteo Sanavio, rogazionista, traccia al Sir un bilancio ad un anno dalla presa di potere dei talebani in Afghanistan, il 15 agosto 2021: sono stati costretti a chiudere il “Centro diurno Pbk – Pro Bambini di Kabul” che accoglieva dal 2006  bambini disabili. La presenza cattolica è azzerata, non c'è più libertà, le donne sono costrette ad indossare il burka e le ragazze non possono frequentare la scuola, la crisi economica e umanitaria è spaventosa. Ora la priorità è continuare a salvare gli ultimi rimasti a Kabul e le famiglie arrivate in Italia grazie ai corridoi umanitari

In Nigeria “essere un prete oggi fa paura”. Almeno 50 sacerdoti rapiti, alcuni uccisi

Il racconto al Sir di padre Tobias Chikezie Ihejirika, confratello di padre Luigi Brenna e primo padre somasco di nazionalità nigeriana. I due sono molto legati perché hanno vissuto nella stessa comunità per quattro anni, a Benin city. Intanto si è appreso che padre John Mark Cheitnum, uno dei due sacerdoti rapiti venerdì 15 luglio nello Stato di Kaduna è stato ucciso lo stesso giorno del rapimento e il suo corpo è stato ritrovato ieri. L'altro sacerdote, padre Donatus Cleopas, è invece riuscito a sfuggire ai sequestratori