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Aziende a caccia di esperti digitali
Non si trovano oltre 6 mila lavoratori con competenze avanzate per far fronte a cambiamenti tecnologici sempre più rapidi
MosaicoNon si trovano oltre 6 mila lavoratori con competenze avanzate per far fronte a cambiamenti tecnologici sempre più rapidi
Le imprese padovane sono sempre più alla ricerca di personale con le competenze necessarie per affrontare le transizioni digitali e green, ma la difficoltà di reperimento di queste figure professionali è allarmante. Secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato su dati UnioncamereMinistero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2023 le imprese della nostra provincia hanno previsto l’assunzione di 10.570 lavoratori capaci di gestire tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Industrial Internet of Things (IoT), la data analytics, i big data, la realtà virtuale e aumentata, e la blockchain. Eppure, il 58,6 per cento di queste figure professionali risulta introvabile. Parliamo di 6.190 lavoratori necessari per far fronte a cambiamenti tecnologici sempre più rapidi, essenziali per garantire la competitività delle imprese. Il problema riguarda sia i settori più tradizionali che quelli emergenti, entrambi coinvolti in questa fase di trasformazione. Le imprese artigiane, in particolare, sono chiamate a rispondere alle nuove sfide della transizione digitale e della sostenibilità ambientale. Questo trend sottolinea quanto l’artigianato, anziché essere in crisi o in declino, stia attraversando una profonda evoluzione che lo rende sempre più legato all’innovazione. Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova, conferma questa visione: «Qualcuno, nei mesi scorsi, ci ha raccontato di un artigianato in estinzione, io credo che questa analisi vada superata: l’artigianato è più vivo che mai ed è in piena evoluzione. Stiamo affrontando sfide epocali, siamo impegnati nelle transizioni digitali e green. Il mondo dell’artigianato si è allargato a settori sempre più tecnologici. Ma anche per questi comparti, così come per quelli più tradizionali, rimane il problema del reperimento dei lavoratori. L’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale ha un impatto rilevante sulle nostre imprese, ma i processi di transizione digitale possono essere ostacolati dalla mancanza di lavoratori qualificati». La questione del mismatch (difficile punto d’incontro) tra domanda e offerta di lavoro non riguarda soltanto la tecnologia, ma tocca anche ambiti cruciali per la sostenibilità. Gli artigiani sono sempre più orientati verso l’adozione di pratiche ecologicamente responsabili, ma anche in questo campo mancano competenze specifiche. «Occorre intensificare il rapporto tra mondo della scuola e mondo del lavoro, attraverso un maggior coinvolgimento degli imprenditori – continua Dall’Aglio – Solo così sarà possibile formare le nuove generazioni e renderle pronte ad affrontare i cambiamenti richiesti dal mercato. La collaborazione tra imprese e istituzioni scolastiche deve diventare una priorità, perché dalla formazione dei giovani dipende la nostra capacità di innovare e rimanere competitivi a livello globale». In questo contesto, il ruolo delle istituzioni diventa fondamentale per facilitare il dialogo tra scuola e impresa e per mettere a disposizione degli imprenditori strumenti utili a superare le difficoltà di inserimento di personale qualificato.