Mosaico | Sagre e FesteDa venerdì 25 la seconda edizione della festa organizzata dalla parrocchia. Tre giorni costruiti pensando al gusto di stare insieme, con uno sguardo d'attenzione alle famiglie e con il piacere di accogliere ogni anno una comunità straniera a cena.
Stupisce che Battaglia Terme, comunità le cui radici storiche affondano nell’alto medioevo, non avesse fino allo scorso anno una sua festa patronale. Creare una nuova tradizione è difficile, ma quando alla base c’è la voglia di fare, tutti insieme, comunità, i dubbi e le perplessità svaniscono. «Sentivamo il bisogno di vivere un momento come comunità cristiana – spiega il parroco, don Edoardo Bregolin – tra le famiglie che vivono lo stesso territorio, per riconoscere insieme il grande dono della fede che abbiamo. Non basta pregare insieme: ci vogliono anche dei momenti di incontro per godere di questo stare insieme».
Attenti alle relazioni, non all’incassoUna sagra per la quale il lato dell’incasso è il meno importante: «Per fare comunità e festeggiare il nostro patrono, san Giacomo – confessa sorridendo don Edoardo – siamo pure disposti a perderci finanziariamente». Per accorgersi che tutte queste non sono parole di rito basta sfogliare il programma della tre-giorni, già sperimentato con successo, per la prima volta, lo scorso anno, che si terrà nel fine settimana dal 25 al 27 luglio. Si parte venerdì 25 in parrocchia con la cena nello stand gastronomico, al termine della quale sarà proiettato un film pensato per le famiglie. «Vogliamo partire senza musica – spiega don Bregolin – senza distrazioni sarà possibile parlare a tavola, fare conversazione, cosa che con il volume al massimo risulta pressoché impossibile».
Sabato l’incontro con la comunità africana di lingua ingleseLa seconda serata, quella di sabato, vedrà una comunità incontrare un’altra comunità: «Lo scorso anno abbiamo avuto come ospiti 35 rappresentanti della parrocchia africana francofona di Padova. Quest’anno incontreremo invece la comunità africana di lingua inglese. Pensiamo infatti che la festa patronale possa servire anche ad aprirci agli altri, questo ci permette di acquistare un po’ più di equilibrio». L’incontro inizierà alle 18.30 in chiesa, con la messa presieduta dal parroco africano e concelebrata da don Edoardo. Al termine, alle 19.30, ci si sposterà sotto lo stand gastronomico, per cenare insieme. «Alle 21 chiuderemo la cucina – annuncia don Edoardo – per fermarci a parlare con loro, per conoscere meglio la loro comunità. Non ci interessa tanto sapere da che paesi vengono, o perché sono venuti qui, ma come vivono il loro essere chiesa. Per noi sarà una ricchezza enorme, dal punto di vista umano ma anche religioso, per conoscere modalità diverse di vivere il sacro».
Il giorno del santo patronoDomenica mattina le messe saranno dedicate al patrono, san Giacomo: «Celebreremo la liturgia della sua solennità – anticipa don Edoardo – ma sarà per noi l’occasione di parlare di comunità, anticipando il tema degli orientamenti pastorali del prossimo anno: “Il bene che c’è tra noi”. È un tema bellissimo, perché di bene tra noi ce n’è davvero tanto: san Giacomo ci insegna a riscoprire le radici della nostra fede e il messaggio del vangelo, ovvero sentire la presenza del Signore nella quotidianità, anche nel vivere la comunità». La serata di domenica chiuderà la sagra con una grande festa delle famiglie, con musica e giochi per i più piccoli.
