Fatti
Boom-edilizia: 600 nuove imprese nel Padovano
Nel Padovano, secondo i dati Cna, un’impresa su dieci ha visto la luce negli ultimi due anni, con tassi di natalità pari a 20 anni fa. Ora, però, non si può più improvvisare
Nel Padovano, secondo i dati Cna, un’impresa su dieci ha visto la luce negli ultimi due anni, con tassi di natalità pari a 20 anni fa. Ora, però, non si può più improvvisare
L’edilizia è uno dei settori ripartiti più in fretta dopo la frenata della pandemia, merito soprattutto della forte politica governativa di incentivi alle ristrutturazioni e all’efficientamento energetico. Nella sola provincia di Padova, come certificato dal Cna, sono 657 le imprese sorte sull’onda della ripresa del settore, con un tasso di natalità pari a quello di inizio anni Duemila. Ma non è tutto superbonus quello che luccica: «Ora più che mai non ci si può improvvisare – spiega Fabrizio Biancato, presidente edilizia Cna – Ecco perché, in un periodo come quello attuale in cui si continua a parlare di nuove tecnologie, non è più prorogabile una profonda riforma del settore». Da anni c’è chi auspica la creazione di un patentino per tentare di certificare la qualità degli operatori, in un contesto in cui la domanda di professionisti è elevata e con essa il rischio di frodi. Se il Superbonus 110 per cento è costato finora oltre 33 miliardi, il problema si pone anche con il bonus facciate al 90 per cento per il quale, fino a tempi recenti, erano previste meno regolamentazioni. Il Governo Draghi si è più volte espresso contro questo tipo di incentivi arrivando a ridiscuterne, se non ancora la ratio, quantomeno gli importi: dal 90 per cento per le facciate si è scesi nel 2022 al 60 così come si è più volte intervenuti sulla possibilità di cessione del credito fiscale fra imprese e banche, pilastro su cui si regge il modello superbonus.