«Per quest’anno, non cambiare, stessa spiaggia stesso mare» recitava una famosa canzone di Piero Focaccia che ha segnato l’estate del 1963. Un brano che, nell’immaginario collettivo vacanziero italiano, fa subito pensare a un’estate simile a quella precedente, spensierata, rassicurante. Ma per il tifoso padovano, l’estate 2025 non è minimamente paragonabile a quella del 2024.
Nella scorsa stagione il Padova era arrivato secondo in campionato, dietro a un Mantova sbarazzino e dal gioco brillante. Poi, nei playoff conquistati di diritto, era stato eliminato ai quarti di finale dal Vicenza dell’ex capitano Ronaldo: sconfitta per 2 a 0 all’andata al Menti, e 0 a 1 al ritorno all’Euganeo. Ancora una volta, sfumava la tanto agognata promozione in Serie B.
A causa di queste cocenti delusioni, l’estate sportiva nella città del Santo è iniziata con molte domande. Cosa avrebbe fatto ora la proprietà? Sarebbe saltata qualche testa? Chi sarebbe stato il nuovo allenatore, vista la non probabile conferma di Massimo Oddo – campione del mondo 2006 – subentrato a Vincenzo Torrente a campionato ormai concluso?
Il 13 giugno 2024, festa di sant’Antonio, ecco l’indiscrezione: Matteo Andreoletti sarà il nuovo allenatore. Un profilo giovane, classe ’89, noto per l’impresa con la Pro Sesto due stagioni prima arrivando a giocarsi il campionato qualificandosi poi quarto con una squadra che aveva ad inizio campionato ben altre prospettive, ma con un’unica esperienza importante conclusa con l’esonero alla vigilia di Natale 2023, a Benevento. E subito, sotto i portici, si sentenzia: «Non vogliono spendere per un allenatore vincente».
La campagna acquisti dell’estate 2024 è stata all’insegna della continuità. Si è mantenuta la rosa della stagione precedente, con pochi innesti: l’attaccante Spagnoli, svincolato dall’Ancona fallito, il ritorno del portiere Fortin (dopo il prestito a Legnago) e Jeremy Broh, già biancoscudato nell’ultima apparizione in Serie B. Pochi volti nuovi, e lo scontento nella piazza è aumentato.
Eppure, il campionato parte alla grande: il Padova vola, fino a raggiungere un vantaggio di +10 sotto l’albero di Natale. Ma la Serie C resta un inferno. Si arriva così al 30 marzo, ed ecco l’incubo: pareggio a Caravaggio contro l’Atalanta Under 23 e contemporanea vittoria del Vicenza a Vercelli. I biancoscudati vengono sorpassati, dilapidando così tutto il vantaggio accumulato in precedenza. «Anche quest’anno è andata», mormorano sconsolati i tifosi padovani.
Ma due settimane dopo, nella Domenica delle Palme, terz’ultima giornata di campionato, succede l’incredibile. Il Padova è in trasferta a Trieste. Il Vicenza gioca al Gavagnin Nocini contro la Virtus Verona del presidente-allenatore Gigi Fresco. Padova vince, Vicenza perde: nuovo sorpasso.
Quella domenica è la svolta. Nelle successive due partite, il Padova raccoglie una vittoria e un pareggio, sufficienti – a fronte di una vittoria e una sconfitta del Vicenza – per conquistare la Serie B, il 25 aprile, Giorno della Liberazione, a Lumezzane, in terra bresciana.
E l’estate 2025? È una stagione che si apre con voci insistenti su possibili cessioni societarie, ma anche con nomi da sogno per la campagna acquisti. La “bomba” – di mercato, ovviamente – la sgancia un venerdì sera di fine giugno Gianluca Di Marzio, famosissimo giornalista di calciomercato: «Padova scatenato, vuole Baselli e il Papu Gomez».
Proprio quel Gomez che ha fatto le fortune dell’Atalanta, diventato virale sui social con la canzone «Baila como el Papu», vincitore di una Europa League con il Siviglia e campione del mondo con la maglia albiceleste dell’Argentina nel 2022. Fermo da due anni per una squalifica per doping, (ad un controllo è risultato positivo alla Terbutalina, principio presente in uno sciroppo per la tosse del figlio assunto involontariamente), a Sky Sport dichiara: «Ho avuto un colloquio con Mirabelli (direttore sportivo del Padova), è molto bello quando una squadra ti vuole così fortemente. Tra qualche settimana deciderò cosa fare e nel frattempo mi allenerò. Alla mia età non conta la parte economica, voglio un progetto serio dove posso tornare competitivo e ogni domenica si prova a vincere».
Tralasciando le numerose criticità – le contestazioni, i boicottaggi alle partite casalinghe da parte della frangia più calda del tifo, le voci su possibili cambi di proprietà – per il tifoso padovano poter finalmente sognare nomi importanti, dopo anni di oblio, è senz’altro una boccata d’aria. È come osservare una stella cadente: si esprime un desiderio, e si spera che si avveri. Chissà, forse è davvero arrivato il momento del riscatto.