Fatti
Cambiamenti climatici. La logistica intelligente
I cambiamenti climatici impongono scelte sostenibili per lo spostamento di merci, oggi ancora su ruota. Il Veneto studia per connettersi al futuro
I cambiamenti climatici impongono scelte sostenibili per lo spostamento di merci, oggi ancora su ruota. Il Veneto studia per connettersi al futuro
“Innovazione tecnologica e sostenibilità – Sfide e direzioni di lavoro per il futuro della Logistica del Veneto”. È questo il titolo del convegno che si è tenuto venerdì 9 giugno all’Auditorium Verdi della Fiera di Verona organizzato da Regione del Veneto, Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano e Assologistica, rappresentati rispettivamente dalla vicepresidente Elisa De Berti, dal direttore Marco Melancini e dal vicepresidente Renzo Sartori. Gli interventi degli esperti hanno stimolato la riflessione sulle sfide della logistica in Veneto che sarà sempre più digitalizzata e sostenibile, anche per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Dal treno-proiettile Hyperloop, che vedrà la luce nel 2026 in Veneto, prima regione in Italia a sperimentarlo, inizialmente per le merci, poi anche per le persone, ai porti visti come hub internazionali digitali. Tra i temi toccati si è parato di smart road, un termine che definisce una strada “intelligente” come ha spiegato Paolo Pisani, direttore Transport Infrastructures & Logistics di Almaviva (partner tecnologico della Regione): «Da qualche tempo stiamo applicando alle strade una nuova tecnologia che ha rivoluzionato il tradizionale tragitto in cui non c’è interazione tra mezzo, percorso e conducente. La smart road, invece, dialoga con il mezzo di trasporto, fornisce informazioni sul traffico e abilita la guida assistita (in futuro anche quella autonoma)». Ma quali saranno i vantaggi di questo nuovo sistema? «Per avere dei benefici significativi bisogna che sia i gestori delle strade, sia i costruttori d’auto adottino queste tecnologie. Il Veneto, sotto questo aspetto, è molto avanti, anche rispetto all’Europa, ma c’è ancora molto da fare. Tuttavia già oggi, con le Smart Roads attive, stiamo vedendo ottimi risultati in termini di sicurezza e meno emissioni. Si potrebbe obiettare che esistono già app di navigazione. La nostra tecnologia però è certificata, le informazioni su traffico e sicurezza provengono da infrastrutture digitalizzate» ha chiosato Pisani.
Dunque il futuro vedrà strade sempre più digitalizzate, ma saranno anche altre le infrastrutture che punteranno sulla tecnologia come ha illustrato Francesco Benevolo, direttore di Ram (Rete autostrade mediterranee) e professore di economia dei trasporti all’Università europea di Roma: «L’obiettivo degli operatori della logistica e delle istituzioni è quello di aumentare l’efficienza del settore. Per questo dobbiamo rendere interoperabili i servizi logistici tra pubblico e privato, prevedere e simulare i flussi delle merci, connettere virtuosamente, per esempio, i nodi di Verona, Padova e Rovigo. A livello nazionale se ne sta occupando il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, anche avvalendosi di un fondo di 250 milioni di euro del Pnrr destinato alla digitalizzazione del sistema logistico nazionale. Questi soldi saranno utilizzati per rendere interoperabili i principali porti italiani e connetterli con la Pubblica amministrazione. Non solo: sono stati messi a disposizione 175 milioni di euro per le imprese del settore logistica affinché effettuino un upgrade dei propri sistemi interni. Tutto questo di certo non eliminerà il trasporto su gomma, a causa della conformazione del nostro territorio, ma perlomeno consentirà una riduzione dei viaggi a vuoto grazie a un flusso di dati che migliorerà l’efficienza».
Il fatturato delle aziende italiane della logistica è di 100 miliardi di euro ed è trainato da spedizioni internazionali. Si riduce il numero di imprese del settore: circa 82 mila, 33 mila in meno rispetto al 2009. Il Nordest segna più 17,2 per cento, rispetto al 16,8 italiano.
L’azienda sanitaria locale e il relativo Comitato etico ha dato il “via libera” a una richiesta di verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio medicalmente assistito. È la seconda volta che accade in Veneto. Per una donna di 78 anni, malata oncologica, si è conclusa la procedura di verifica delle condizioni e delle modalità per accedere al suicidio assistito, dopo circa 6 mesi dall’avvio dell’iter. La donna, come da disposizione, ha autonomamente e consapevolmente deciso di procedere con l’aiuto alla morte assistita; è affetta da patologia oncologica irreversibile che le produce sofferenza reputata intollerabile. Assistita dai legali dell’associazione Luca Coscioni, aveva iniziato la procedura a novembre 2022, con una richiesta all’azienda sanitaria di effettuare tutte le verifiche, come previsto dalla sentenza Cappato.
Andrea Benato