A Camin il circolo Noi è il cuore pulsante del quartiere: un patronato sempre aperto, dove cultura, sport e accoglienza si intrecciano ogni giorno grazie a volontari instancabili che, con fedeltà e passione, tengono viva la comunità e accesa la luce dell’incontro
A Camin il centro parrocchiale dà un segno di accoglienza restando aperto, grazie ai volontari del circolo Noi, quasi ogni giorno: pomeriggi e sere feriali, la domenica mattina e spesso anche il pomeriggio; a volte il giovedì mattina per il mercato. «Chiediamo la tessera per tutte le attività in patronato promosse dal circolo – spiega Diego Zanella – ciò rafforza l’appartenenza». I numeri sono stabili rispetto agli anni scorsi: segno di fedeltà, nonostante la fatica a coinvolgere nuove famiglie.
L’autunno propone una rassegna di libri con quattro incontri e il percorso con suor Marzia Ceschia, docente di teologia alla Facoltà teologica del Triveneto, dedicato alle «donne nella cristianità». «È una figura di grande dolcezza e competenza, molto apprezzata da tutti» sottolinea Zanella. Accanto alla cultura, proseguono i corsi di ricamo – dove s’incontrano generazioni diverse, anche ragazze sotto i sedici anni – la ginnastica per anziani e le attività sportive. In inverno riparte anche il laboratorio del presepio, che da trent’anni coinvolge un gruppo di artigiani volontari per oltre due mesi di lavoro.
La comunità è ormai multietnica: Est Europa, Cina, Africa. Il problema più serio resta però il ricambio generazionale: «L’età media dei volontari va verso i settant’anni, con punte oltre gli ottanta». Eppure il bar parrocchiale è sempre vivo e il patronato continua a essere punto di riferimento per il quartiere, sostenuto dall’impegno di tante persone.
«Camin a volte sembra un quartiere dormitorio – ammette Diego Zanella – ma la luce del circolo Noi resta accesa grazie alla costanza di numerosi adulti affidabili. Anche se cambiano i tempi, noi restiamo qui, con la porta aperta».