Mosaico | Sagre e FesteUna festa all’apparenza “piccola” ma in realtà carica di grandi significati. Sono le giornate che la parrocchia di Campo San Martino dedica alla memoria liturgica del suo patrono, il vescovo di Tours, ricordato nelle due messe del mattino e della sera di martedì 11 novembre.
All’orizzonte, di qui a qualche anno, si profila la costituzione di un’unità pastorale con le altre parrocchie del comune, quelle delle frazioni di Busiago e Marsango. Tendere a questa meta con lo spirito giusto presuppone un certo approccio anche verso la propria comunità, ed è proprio questa attitudine che la festa vuole stimolare. L’invito è rivolto in particolare ai genitori della scuola dell’infanzia, affinché non siano solo i fruitori di un servizio, e ai vecchi “amici” del gruppo, sciolto ormai una decina di anni fa, che tanto si era dato da fare per la costruzione del nuovo patronato. A questi ultimi sarà dedicata in special modo la messa serale di lunedì 10: un’occasione per ritrovarsi, ricordare chi non c’è più e ricevere nuovamente il “grazie” della comunità per l’indimenticato impegno profuso.
La festa inizia sabato 8 con una partita di calcio balilla umano. Domenica 9 si celebra la festa del Ciao dell’Acr, che riprende dopo la pausa dell’anno scorso. Durante le messe vengono inoltre raccolti alimenti per la Caritas vicariale, per condividere qualcosa con chi è in difficoltà prima di riunirsi per il pranzo comunitario.L’esperienza del centro d’ascolto, insieme a quella della formazione comune per catechisti e animatori, incarna per l’appunto lo stile che si vorrebbe ritrovare nella futura unità pastorale. «I consigli pastorali delle tre parrocchie – riprende don Fortin – si sono incontrati di recente per “vedere il bene” di ciascuna comunità e individuare ulteriori ambiti di collaborazione. L’impressione è stata di una diffusa volontà di lavorare insieme e superare i campanilismi, anche se ora bisognerà passare dalle parole ai fatti. Serve la disponibilità di mettere in circolo le nostre risorse migliori, a partire dai centri parrocchiali e dalle scuole dell’infanzia».
