FattiOra la disponibilità di organi può crescere del 30 per cento. Quanto lunghi e infiniti possono essere 20 minuti? Una vita terrena che termina, un’altra che ricomincia a battere.
Lo scorso 11 maggio, l’equipe del Centro Gallucci di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedale-Università Padova, guidata dal prof. Gino Gerosa, con la collaborazione dell’Anestesia di Treviso guidata dal medico Paolo Zanatta, ha eseguito il primo trapianto di cuore da donatore a cuore fermo controllato. È il primo intervento del genere in Italia, perché è stato utilizzato un cuore che aveva cessato di battere da 20 minuti. «L’eccezionalità è proprio qui, nei tempi – spiega Gino Gerosa – Nel mondo il trapianto di cuore da donatore in arresto cardiocircolatorio è realtà già da un po’, ma è autorizzato dopo 3-5 minuti dalla constatazione di elettrocardiogramma piatto. In Italia la legge impone di aspettarne 20, sono tempi talmente lunghi che si pensava non si potesse fare, ma noi ci abbiamo creduto e, una volta arrivata l’autorizzazione dal Centro nazionale trapianti, ci siamo riusciti al primo tentativo». È lo stesso Gerosa, durante la conferenza stampa, a spiegare i passaggi delicatissimi: per far ripartire il cuore sono state utilizzate tecniche messe a punto dalla stessa Cardiochirurgia, che hanno permesso di ricondizionare l’organo. Dopo 42 minuti è stato perfuso, utilizzando la circolazione extracorporea e somministrando una soluzione particolare per ridurre il rischio di ischemia di perfusione. L’intera operazione è durata 12 ore. Il paziente, un 46enne padovano, cardiopatico congenito con due interventi alle spalle ora è in terapia intensiva, il suo decorso operatorio è regolare e il cuore funziona molto bene. Stando alle stime degli esperti, questo tipo di intervento potrebbe portare a un incremento del 30 per cento nel numero dei trapianti in Italia, ma la giornata è altresì storica perché ricorda il 14 novembre 1985, quando il prof. Vincenzo Gallucci andò a prendere il cuore di un donatore all’ospedale di Treviso per poi eseguire il primo trapianto cardiaco a Padova: «Quello fu un momento storico dove, 38 anni fa, si varcò una soglia fino a poco prima impensabile – afferma il governatore Luca Zaia – Oggi la storia si ripete».
