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Nella lettera d’invito – giunta dall’Ufficio per l’annuncio e la catechesi – l’auspicio era quello di incontrarsi per conoscere meglio gli Orientamenti per la catechesi ma anche consolidare la rete di relazioni già esistenti e assestare la dimensione delle collaborazioni parrocchiali. Ad accompagnare le riflessioni delle varie serate è stato il passo del Vangelo di Luca nel quale Zaccheo sente il desiderio di seguire Gesù. L’evangelista non spiega il motivo che lo spinge: forse una ricerca interiore o forse semplice curiosità. Così è anche per le famiglie che si incontrano nella catechesi: non si sa esattamente per quale motivo, ma scelgono comunque di avvicinarsi alla fede.
Nel centro parrocchiale di Vigonza – dove il 24 settembre si sono incontrati i vicariati di Cattedrale-San Giuseppe, Arcella-Torre, Vigodarzere-Vigonza – c’era pure Adalberto Rossi, catechista e accompagnatore dei genitori della parrocchia di Vigodarzere, che condivide: «Ho trovato appropriato staccare il tempo dell’iniziazione cristiana da quello scolastico, spostando confermazione e prima comunione nell’anno della prima media, in modo che i ragazzi e le ragazze che hanno vissuto assieme i cinque anni di scuola elementare possano tenere vivi i legami di amicizia anche attraverso una continuità data dall’anno dei sacramenti».
Esprime perplessità riguardo al Tempo della scelta, ritenendolo di non immediata comprensione: gli accompagnatori avranno uno o due anni per camminare con i genitori, che al termine potranno discernere se proseguire o meno. «Mi sembra un passo indietro rispetto a quanto avviene ora – sottolinea Adalberto – Il mio più grande desiderio per il futuro della comunità è che si evidenzi sempre più un cammino per costruire una famiglia di famiglie. Queste ultime sono il nucleo principale di formazione ed educazione sociale, oltre che di scambio e condivisione di esperienze, di crescita con altre famiglie e realtà. Per questo mi sta molto a cuore che il cammino sia percorso contemporaneamente da genitori e bambini/ragazzi».
Don Saverio Turato, parroco di Arzergrande, ha partecipato all’incontro del 1° ottobre a Campolongo Maggiore con i vicariati di Campagna Lupia-Dolo-Vigonovo e Piovese e ha apprezzato il fatto che nel nuovo itinerario ci sia uno sguardo opportuno sul cammino dopo il battesimo. «Solitamente non abbiamo abbastanza risorse per proseguire un accompagnamento che coinvolga i genitori dei bambini appena battezzati e fino ai sei anni – spiega don Turato – e sono consapevole del fatto che incontrare i genitori sia una sfida: bisogna essere preparati per saper offrire qualcosa di spessore. Alla fine di ogni anno pastorale chiedo ai miei collaboratori: stiamo crescendo nel dono della fede? Siamo capaci di far risvegliare il desiderio di Dio? Se c’è un processo di crescita dobbiamo considerarlo passo dopo passo: stiamo andando verso questo dono che ci viene dato e lo condividiamo nella comunità? La scommessa più grande è lavorare coi genitori che sono coloro che trasmettono e danno testimonianza di fede».
Lara Longhini è referente parrocchiale di Asiago, accompagnatrice dei genitori, coordinatrice vicariale e catechista da 12 anni. Era a Gallio il 2 ottobre con le collaborazioni pastorali Altopiano e Collmonte e ringrazia gli organizzatori perché «mi sono portata a casa la serenità che don Carlo Broccardo e Silvia Sandon da sempre mi sanno trasmettere. Con il loro modo di porsi alleggeriscono preoccupazioni e ansie di noi catechisti».
Ricorda le parole del vescovo Claudio il 17 maggio scorso: «Chi svolge un servizio in parrocchia non intende sostituirsi alla famiglia e ai genitori, noi siamo disponibili ad affiancarli tanto quanto essi desiderino essere accompagnati».
Lara Longhini riassume in tre parole ciò che auspica per il futuro: «Apertura, accoglienza e gratuità di questo percorso visto come un’opportunità. Il mio desidero è che i cammini di catechesi aiutino le persone a recuperare il senso di appartenenza alla comunità cristiana che molti hanno perso. Saranno importanti le relazioni che riusciremo a intessere in questi anni di accompagnamento, tramite l’attenzione e la cura per le persone».
È d’accordo anche Mario Marcon, diacono permanente di Rossano Veneto, che si è recato il 3 ottobre, con la referente parrocchiale Silvia Trevisan, a Crespano per l’incontro con le collaborazioni pastorali La Piave e Monte Grappa. «Il coinvolgimento dei ragazzi e della famiglie resta fondamentale – afferma – Anche il nostro parroco, don Paolo Carletto, ci tiene a creare relazioni con le persone per conoscerle meglio, ma vorremmo che l’eucarestia domenicale tornasse a essere il fulcro centrale. Sarebbe bello che fosse prioritaria». Per Marcon, l’incontro tra parroci e referenti della catechesi è stato positivo, un segno di speranza.
Marta Viero – catechista a Valstagna da ben 32 anni – il 4 ottobre si è recata a Cismon con la collaborazione pastorale Valle del Brenta-Feltrino. Per lei vivere concretamente l’esperienza di comunità significa conoscere nel profondo i ragazzi e le loro famiglie «anche entrando in casa con delicatezza – precisa – e magari coinvolgendoli successivamente negli ambiti della pastorale. Il nostro compito è trasmettere loro la consapevolezza che la fede è un grande dono ricevuto, che va alimentato costantemente. Nella nostra realtà tutto parte da una buona sintonia tra catechisti e parroco, poi ci aggiungiamo un po’ di fantasia e di creatività, oltre a momenti di preghiera e di festa insieme, tutto mescolato da una grande gioia con la certezza che Dio è sempre presente». Con entusiasmo conclude: «Ritengo fondamentale creare rapporti sinceri con ragazzi e genitori perché possano sentire quanto bello è far parte di una comunità che ti accoglie».