Il 27 febbraio si chiudono le iscrizioni al corso di formazione per l’aggiornamento degli insegnanti realizzato da Fttr e dipartimento di fisica e astronomia dell’ateneo. A marzo quattro incontri che spazieranno dalla scienza alla teologia, fino alle relazioni.
Don Paolo Padrini, esperto in comunicazione e nuove tecnologie, esamina il fenomeno: «Il rischio che si corre è certamente la virtualizzazione delle relazioni. Spesso queste applicazioni sono nate dentro una filosofia di vita tesa a controllare e pianificare i nostri rapporti e più in generale la nostra vita, sono strumenti comunicativi forti che definiscono il nostro essere con gli altri».
Don Luca Pandolfi, docente di antropologia culturale e sociologia alla Pontificia università Urbaniana (dove studiano in maggioranza studenti stranieri): «Più che far emergere qualcosa che non si sapeva, accende la luce su qualcosa che molti di noi purtroppo sanno e vivono nella loro esperienza quotidiana, ma che si cerca un po' di negare».
Anche la Rai si apre all’alfabetizzazione digitale. Una risposta è maturata con il progetto "Manzi 2.0" che punta a ridurre il "digital divide", un fenomeno che nella prospettiva di un‘emittente pubblica si traduce innanzitutto in un "cultural divide". E quindi in un ritardo generazionale da recuperare. Basti pensare al diverso modello di consumo televisivo della musica da parte del pubblico giovanile.
Dopo il voto del parlamento europeo, si è aperta ufficialmente la guerra contro la posizione dominante di Google. Rimane da chiedersi perché politici e governanti, tranne quelli italiani, siano così preoccupati. Il sospetto: creerebbe squilibrio nel sistema delle relazioni sociali e istituzionali. Il dibattito è aperto, a cominciare dal tema della tassazione.
L'allarme è stato lanciato da Europol, la polizia europea. Il sistema globale di controllo del cosiddetto "Internet delle cose" presenta pericolose falle. Non si tratta solo di furti di dati. La convinzione degli studiosi del fenomeno è che manchi ormai pochissimo al primo omicidio via internet: la società di cybersicurezza Idd ritiene che si possa consumare entro la fine del 2014.
Un articolo su lavoce.info effettua una stima del tempo perduto sui social network e analizza il costo di tale attività (quasi come il debito pubblico italiano), ragionando anche sul valore di diverse alternative. Ecco cosa potremmo fare con l'equivalente...
Cresce il numero di persone, soprattutto adolescenti e giovani, per troppe ore connessi alla rete, che sviluppano una forma di Internet-patia, con autoisolamento, relazioni personali deboli, stati depressivi. Avvertimento degli esperti al convegno Aiart: stando sempre davanti al computer «non ci si guarda negli occhi». Mons. Galantino: «Il nostro modo di vivere è cambiato con le nuove tecnologie. Paghiamo un alto prezzo in privacy».
Già a maggio la Rai, seguendo l’esempio di Mediaset, aveva interrotto i propri rapporti con YouTube e aveva cancellato tutti i "canali" e i video che erano stati caricati sulla piattaforma di Google. Adesso molto probabilmente dovranno cominciare ad occuparsi anche di Facebook. Il tema è spinoso e riguarda proprio il bacino generazionale del pubblico della tv di Stato, non solo i giovanissimi.