Le parole di Papa Francesco, all'apertura della Porta Santa a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, portano all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale quei Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra, come la Siria, la Libia e l'Iraq, e altri che ne vivono le ferite ancora aperte come a Gaza, a Sarajevo, in Ucraina e in Crimea. Anche in questi luoghi verranno aperte le Porte Sante della Misericordia. Porte di cattedrali colpite, distrutte, che hanno ritrovato un valore anche dentro le pareti strette di un tendone. Per loro il Papa chiede "pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore".
“Bangui diviene la capitale spirituale del mondo”. Così papa Francesco, qualche minuto prima di aprire la Porta Santa della cattedrale di Bangui, nella Repubblica Centrafricana. “L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa Terra. Una terra che soffre da diversi anni la guerra e l’odio, l’incomprensione, la mancanza di pace – ha osservato il Pontefice – Ma in questa terra sofferente ci sono anche tutti i Paesi del mondo che stanno passando attraverso la croce della guerra”. Per leggere il servizio iscriviti gratuitamente al sito.
Dal 25 al 30 novembre l’undicesimo viaggio internazionale di Bergoglio. Tre i Paesi che attraverserà: Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. Confermata l’apertura della Porta Santa del Giubileo della Misericordia a Bangui, salvo ripensamenti dell’ultima ora. Il Papa entrerà in uno “slum” di Nairobi e visiterà un campo profughi. Il 30 novembre varcherà la soglia di una moschea per invocare la pace con i leader musulmani.
Il 20 dicembre, nella piccola parrocchia della Sacra Famiglia, a Gaza, il patriarca latino di Gerusalemme aprirà il Giubileo della Misericordia. A varcarla saranno poco meno di 200 fedeli chiamati a testimoniare, con la vita, il perdono e la misericordia a un popolo asfissiato dal blocco israeliano e devastato da tre guerre negli ultimi nove anni. Nonostante la persecuzione, dichiara il parroco padre Mario da Silva, “dobbiamo restare fedeli, perdonare ed essere misericordiosi”.
Il 13 dicembre nella città martire siriana, sotto assedio dal 2012, verrà aperta la Porta Santa nella parrocchia di san Francesco, colpita e danneggiata il 25 ottobre da un lancio di granate. Poteva essere una strage se l’ordigno fosse esploso all’interno invece che all’esterno. Nonostante ciò saranno centinaia i fedeli che l’attraverseranno. Il vicario apostolico di Aleppo, il francescano Georges Abou Khazen: “vinceremo questa guerra con la preghiera, la solidarietà tra di noi e con la misericordia”
Franco Coppola, nunzio apostolico nella Repubblica Centrafricana e in Ciad: "È una notizia che ha colto tutti di sorpresa. Non s'era mai sentito che un Giubileo mondiale cominciasse fuori da Roma, ma, per usare una bella immagine tante volte ripresa da Papa Francesco, egli – e tutta la Chiesa con lui – vuole piantare un ospedale da campo accanto alle parti in conflitto. La Chiesa non può disarmarle, ma può curare le ferite, può disarmare i cuori...".
Interpellati don Gino Rigoldi (carcere minorile Beccaria a Milano e fondatore di Comunità nuova), padre Vittorio Trani (cappellano di Regina Coeli), don Sandro Spriano (cappellano di Rebibbia). In tutti la consapevolezza del rapporto speciale di papa Francesco con i detenuti. La disponibilità ad assecondare processi di conversione personale. Giusta e inevitabile prudenza sul tema dell'amnistia.Leggi tutti i servizi dello speciale sul Giubileo della Misericordia.
Papa Francesco vuole che in questo Anno Santo la Misericordia del Signore non aspetti i peccatori nelle grandi basiliche, ma vada a cercarli nelle loro case, nei luoghi della loro sofferenza, nelle carceri in cui scontano la pena. Nel suo allargare i confini della Misericordia non dimentica chi ha vissuto il dramma dell'aborto e i defunti. E poi include nel cammino i sacerdoti della Fraternità San Pio X.
Dal papa arrivano precise indicazioni spirituali e pastorali in vista del Giubileo per ottenere "l’indulgenza plenaria piena". Grandi novità per i carcerati come per la remissione del peccato di aborto affidata a tutti i sacerdoti. Per tutti i fedeli l’impegno ad un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, "unito al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia".