Nel 2016 è cresciuto del 25 per cento il mercato del gioco d’azzardo on line. Un milione e 800 mila sono stati gli italiani che l’anno scorso vi hanno puntato soldi, una o più volte. Ma le persone che hanno il loro nome registrato sui siti sono ben 3,4 milioni. I dati presentati dall’Osservatorio gioco on line del Politecnico di Milano, al di là dei “giochi cosmetici”, disegnano un quadro sempre più preoccupante.
Alla presentazione dello Year Book del Cnca “Rischi da giocare” politici e operatori hanno chiesto il divieto assoluto di pubblicità e che i proventi che lo stato ricava dal gioco d'azzardo diminuiscano progressivamente in modo da far ridurre l'offerta di azzardo.
A questa vera e propria emergenza è dedicata la tavola rotonda che venerdì 11 novembre dalle 10.30 alle 12 prenderà vita nei padiglioni della fiera di Padova che ospiteranno Expo scuola. Tra i relatori anche Pier Andrea Zaffoni, della pastorale sociale diocesana, che due anni fa ha messo il tema al centro di un laboratorio organizzato nell’ambito della scuola di Formazione all’impegno sociale e politico e che ora propone anche un progetto rivolto alle scuole.
L'impegno di Renzi al magazine "Vita" è accolto con favore, ma non bastano le dichiarazioni. Servono anche l'ascolto dell'esperienza di chi sta sul campo giorno dopo giorno, una legge sul divieto della pubblicità, un'attenzione ai percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione, l'impegno sul territorio, come chiedono la Consulta nazionale antiusura, la campagna "Mettiamoci in gioco", la Fict e le Acli.
Divieto di installarle in bar e tabaccherie di piccole dimensioni, in ristoranti, circoli o stabilimenti balneari. Per le sale si pensa a una certificazione specifica. Il sottosegretario Baretta: “Puntiamo ad una razionalizzazione dell'offerta del gioco”.
Fare rete, informare, formare, sensibilizzare, prevenire e, in alcuni casi, prendere in carico. Da Nord a Sud è questo il fil rouge che lega idealmente gli interventi delle Caritas diocesane per il contrasto del gioco d’azzardo patologico.
Al momento a legiferare in materia sono state 14 regioni e due province italiane. Se queste norme fossero applicate a tutte le sale da gioco, e non solo a quelle in fase di apertura dall'entrata in vigore della legge, le slot machines attive nel nostro Paese diminuirebbero fino al 77,7 per cento. Il governo invece pensa a 8n taglio del 30 per cento. Ma i tempi ancora non ci sono.
Agita, l’associazione degli ex giocatori d’azzardo e delle loro famiglie, presenta i risultati della terapia di gruppo con giocatori e familiari dopo 3 anni di trattamento: il 92 per cento non gioca più, in calo ostilità e depressione. Identikit di chi ha chiesto aiuto in 18 anni di attività: uno su tre giocava alle slot, il 14 per cento al Gratta e vinci. Le donne, sole e in situazione più critica.
Presentato alla Camera il "Manifesto di democrazia economica" del movimento Slot Mob. Feroci (Caritas Roma): "Sciacallaggio spaventoso sulla pelle dei poveri". Il 7 maggio in programma uno slot mob nazionale. Slot mob Sicilia: "Sempre più profughi si giocano il pocket money".