Filippo Zana: “Se molli in bici hai perso”

«I miei con quel loro ristorante-birreria, io lì con la bici di mia sorella, bella gialla, ce l’ho ancora, che mi divertivo. Chiportava ai miei la carne era un amico di famiglia, lui aveva corso in bici, lui così a dirmi che mi avrebbe portato “a correre”, avevo cinque anni e ho dovuto aspettare di averne sei per cominciare. Un anello attorno allo stadio di calcio, strada asfaltata, ne chiudevano metà. I miei? Subito ok anche se loro sono stati sempre più vicini al calcio, a partire da mio nonno e poi pure mio padre, come dirigenti della società di qui e mia madre che con mia zia andava pure a pulire gli spogliatoi».

Giannino Scanferla, pellegrino a piedi con sant’Antonio dalla Sicilia a Padova

La storia di una vita. L’esperienza di un santo antico. Il cammino di un gruppo di pellegrini moderni. Da questi “elementi” è nata, nel grembo della comunità dei frati minori conventuali della basilica del Santo di Padova, l’esperienza di “Antonio 20-22”, che ha portato tre pellegrini sui passi di sant’Antonio, che nel 1220 sbarcò perigliosamente a Capo Milazzo in Sicilia, per poi dirigersi verso Assisi e da lì fino a Padova, con la storia che tutti conosciamo.

Un canile dimora per tutti. Il rifugio San Francesco di Presina a Piazzola sul Brenta

Minù è una cagnolina di taglia piccola, ha 15 anni e ci vede poco. È mite e quieta quando è protetta dalle gambe di Debora che la va a trovare e passa un po’ di tempo con lei una o due volte a settimana. Minù è una dei 120 cani che vivono nel canile rifugio San Francesco di Presina, alle porte di Piazzola sul Brenta, e la signora Debora, non sentendosi ancora pronta per accogliere in casa una nuova amica a quattro zampe dopo la morte del cane di famiglia, ha deciso di adottare a distanza, con un piccolo contributo mensile, e con tante coccole in presenza.