Fatti
Cinema, la proposta per renderli spazi di aggregazione sociale
Crisi e calo degli spettatori Un’alternativa per essere ancora al centro dei quartieri
FattiCrisi e calo degli spettatori Un’alternativa per essere ancora al centro dei quartieri
Un sostegno concreto per dare nuova linfa ai cinema veneti. Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che vogliamo, per bloccare la chiusura dei cinema nel territorio padovano, il 17 luglio ha proposto una mozione dal titolo ‘’Dare sostegno alle sale cinematografiche venete’’. L’idea, sottoscritta anche dalla capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani, è quella di offrire un sostegno economico alle sale cinematografiche meritevoli che sono inserite in contesti in cui la loro presenza rappresenta un bene utile per la collettività. «Quando un cinema chiude – spiega la consigliera Elena Ostanel – non è solo un’attività economica che finisce con posti di lavoro perduti, ma è un vero e proprio vuoto urbano. Si assiste a una perdita culturale per la comunità e il suo territorio». A Padova, dopo la chiusura del cinema multisala Mpx, rischia di fallire anche il Porto Astra, l’importante cinema in zona Guizza. «Dobbiamo cercare di evitarlo – aggiunge la consigliera – e prendere esempio dalla Regione vicina del Friuli che per salvare il cinema Centrale di Udine e Kinemax di Gorizia ha avviato vari progetti cooperativi. La Lombardia ha messo a bilancio 520 mila euro per le sale, luoghi di utilizzo sociale dove ospitare lezioni, concerti, spettacoli teatrali e molto altro, ma anche importanti spazi di aggregazione e tutele sociali, che rendono vivi interi quartieri con sale a disposizione delle associazioni, di giovani, famiglie e anziani». L’obiettivo è quello di far tornare in vita il cinema che con il Covid-19 ha attraversato un periodo di profonda crisi a causa dell’utilizzo numeroso delle piattaforme streaming: «La proposta offerta dalla consigliera Ostan – racconta Alberto Fassina, direttore del cinema Multiastra nel quartiere Arcella di Padova – è ben accetta e l’intento è nobile, denota un certo tipo di sensibilità e intercetta le difficoltà del settore. Bisogna vedere effettivamente quali saranno gli aiuti concreti rispetto all’esigenza del servizio, intanto sono contento che sia stata presentata la mozione». È stata un’estate di soddisfazioni per molte strutture, i numeri sono buoni ma il settore è ancora in difficoltà, soprattutto per quelle sale dove certi titoli cinematografici non hanno grande successo e penetrano in maniera diversa. Bisogna fare una distinzione: il monosala di seconda visione soffre mentre il multisala sta bene solo se ha dei film di grande successo. In questo momento si è capito che ci sono degli spettacoli-evento che riescono a dare molta energia al comparto cinematografico ma anche in questo caso ne beneficiano solo alcune strutture. «Il cinema – continua Fassina – è un’arte che ha più di un secolo e periodicamente ha affrontato momenti di crisi, con l’arrivo della tv commerciale, la pirateria, internet e le sue piattaforme, ma soprattutto con la pandemia di Covid. Fortunatamente poi si è sempre rialzato, ed è quello che si punta a fare anche questa volta».
Come andare al museo o al teatro, la scuola organizzi uscite ai cinema

L a chiusura di un cinema porta tristezza e demoralizzazione soprattutto agli abitanti del quartiere in cui quello spazio culturale sorgeva e che lo consideravano un luogo a cui erano legate memorie personali, per questo è importante contrastare questa crisi. « Io credo – commenta il direttore del cinema Astra all’Arcella, Alberto Fassina – che la sempre più carente partecipazione delle persone nelle sale sia dovuta anche a un problema culturale. Il cinema spesso non viene del tutto preso sul serio ed è visto come un luogo solo di passatempo e divertimento. Mi piacerebbe se attorno a esso si creasse una politica culturale che istruisca le persone “all’andare al cinema” e si ricordi delle multisale non soltanto quando affrontano grossi problemi economici. Il cambiamento dovrebbe partire soprattutto dalle scuole: è scontato che un’insegnante organizzi una visita al museo o un giorno a teatro per i suoi alunni, mentre è molto più difficile che quest’uscita sia legata alla sala cinematografica».
Margherita Torrisi