MosaicoCittadella Fino al 17 marzo è visitabile la mostra “Ars in tempore” dove 60 opere contemporanee “dialogano” con gli ambienti della chiesa di S. Maria del Torresino
Appoggiata alle mura medievali, la chiesa di Santa Maria del Torresino a Cittadella torna a ospitare l’arte contemporanea della quinta edizione di “Ars in tempore”, progetto organizzato dall’associazione culturale 5D – Quinta Dimensione e curato dalla docente di storia dell’arte Roberta Gubitosi. «L’idea – ricorda la curatrice – è nata nel 2019 dal mio incontro con l’artista Tiziano Marchioni, entrambi con la volontà di valorizzare le antiche abbazie del Veneto e del Friuli Venezia Giulia attraverso l’arte contemporanea, in un dialogo, ma anche in un contrasto, tra opere e spazi ospitanti». Dopo Carceri e Monastier, la rassegna – strutturata in una rete di appuntamenti in diverse sedi – arriva a Cittadella con oltre sessanta opere di 15 artisti di varie provenienze: dalla veneziana Luciana Bizzotto ai lecchesi Raffaele Carsana, Fernando Andrea Massironi ed Egle Scerelli (Scegle), passando per le padovane Annie C’est Moi e Alessia Francescato, i vicentini Giovanni Meneguzzo e Daniela Toniolo, fino ai trevigiani Paola Marangon, Alessandro Murer, Gianni Paganelli, Lurdes Silva, Francesco Stefan e Gianni Pizzinato (Aleph). Da Verbania, invece, arriva l’artista Emanuela Mezzadri che proporrà nella zona dell’altare un’opera site specific – realizzata cioè appositamente per il luogo di destinazione – incentrata sulla condivisione e l’inclusione, dal titolo Con pane e vino aggiungi un posto a tavola dopo il tramonto festeggeremo insieme condividendo pace. Proprio i segni istituiti da Cristo durante l’Ultima Cena diventano il fulcro dell’installazione, basata sia sulla ricerca molto presente nell’artista dell’armonia e perfezione attraverso la sequenza di Fibonacci, sia sull’inventario delle reliquie presente nella Tabula Magna Latedi Montmartre e Pigalle, immergendosi nelle atmosfere dei cabaret e dei caffè-concerto tra ballerine e prostitute, sifilide e assenzio, e presto il suo tratto artistico nervoso e inconfondibile diviene il simbolo di un’epoca caratterizzata da fervente creatività e contraddizioni sociali. Curata da Jean-David JumeauLafond, Francesco Parisi e Fanny Girard, la mostra offre un’ampia panoramica sulla vita e l’opera del pittore francese, esaminando le sue influenze e il suo lascito attraverso oltre sessanta opere dell’artista, alle quali se ne aggiungono 140 di contemporanei del calibro di Boldini, Degas, De Nittis, Bonnard e Picasso, permettendo ai visitatori ranensis. Da qui la trasformazione dello spazio dell’altare della chiesa di Cittadella in un “luogo non luogo” capace di invitare il visitatore ad aggiungere un posto nella mensa creando un’occasione di interazioni di vite. «Verrà posizionato adiacente all’altare – illustra Gubitosi – un tavolo con il calice e una ciotola, oltre alle dodici scodelle degli apostoli. Un telo, poi, scenderà i gradini accompagnato ad altre ciotole disposte secondo un preciso ordine matematico, fino ad arrivare allo sgabello posto al termine della gradinata. Tutto sarà di color bianco, dai recipienti realizzati dalla stessa artista a mano con elementi naturali, al telo che vuole avvicinarsi il più possibile a un tessuto antico». Il rapporto con lo spazio, proprio dell’installazione, è anche una caratteristica delle esposizioni di “Ars in tempore”, ospitate prevalentemente in spazi adattati per l’occasione a tale scopo: «Con queste mostre – riflette la curatrice – il visitatore vede il luogo storico in una veste diversa, trasfigurato dall’introduzione dell’arte contemporanea, a sua volta vissuta come esperienza. È impossibile, infatti, limitarsi a osservare l’opera senza guardare l’ambiente circostante». Le nuove possibilità permesse dalla contrapposizione tra passato e presente diventano anche risposta alle difficoltà del settore: «Se si escludono i nomi più consolidati – conclude Gubitosi – l’arte contemporanea sta vivendo un periodo di crisi non indifferente, così come le gallerie. Uscire da questi canali tradizionali consente di dare al visitatore una doppia opportunità, ovvero far scoprire l’arte a colui che visita l’abbazia o la chiesa, e viceversa. Il contemporaneo può far da leva anche per una valorizzazione del territorio». La mostra è aperta fino al 17 marzo, il venerdì e il sabato dalle 15 alle 19, e la domenica anche al mattino. Previste visite gratuite nei giorni 10, 16 e 17 marzo con ingresso alle ore 16. Info e prenotazioni: arsintempore @gmail.com
Per tutto il mese di marzo è aperta negli spazi della Casa del Pellegrino la mostra “2014-2024 dieci anni di grandi emozioni” del fotografo Lorenzo Bettio. Per l’autore la fotografia è il mezzo che consente di rendere visibili le sue sensazioni; alcune foto sono accompagnate dalle poesie di Bruna Pavan. L’accesso alla mostra è gratuito negli orari di apertura del bar, eventuali offerte sono devolute a scopo benefico. I locali della Casa del Pellegrino sono aperti alla possibilità di accogliere altre esposizioni fotografiche, l’organizzazione è a cura Circolo ricreativo culturale Monteortone.
Riccardo Rocca
