«Colpire le chiese è un crimine». Cardinali e patriarchi a Gaza dopo l’attacco: «Fermate la guerra»
Dopo il bombardamento israeliano alla parrocchia latina della Sacra Famiglia, che ha causato tre morti e undici feriti, tra cui il parroco, durissima la condanna delle Chiese. In visita a Gaza il card. Pizzaballa e il patriarca Teofilo III, con tonnellate di aiuti umanitari.
«Colpire una chiesa che ospita rifugiati è una violazione del diritto internazionale, un affronto alla dignità umana e una profanazione di un luogo sacro». È la durissima condanna dei Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme all’attacco compiuto dall’esercito israeliano contro la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza, che ha provocato tre morti e undici feriti, tra cui il parroco padre Gabriel Romanelli. «Denunciamo fermamente questo crimine – scrivono i capi delle Chiese – e chiediamo ai leader mondiali e alle agenzie delle Nazioni Unite di adoperarsi per un cessate il fuoco immediato».
Nel frattempo, questa mattina il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, e il patriarca greco-ortodosso Teofilo III sono entrati a Gaza, in quella che il Patriarcato greco ha definito «una potente espressione di unità ecclesiale e solidarietà fraterna». I due leader religiosi hanno portato tonnellate di aiuti alimentari e sanitari, e assicurato l’evacuazione dei feriti verso ospedali fuori dalla Striscia. Papa Leone XIV ha voluto far sentire il proprio sostegno telefonando ai due patriarchi nel momento del loro ingresso a Gaza: «Non saranno dimenticati né abbandonati», ha ribadito il Patriarcato Latino.
Il card. Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad, si è detto «vicino al card. Pizzaballa e ai familiari delle vittime», condannando senza esitazioni l’attacco: «Prendere di mira i luoghi di culto è da condannare in ogni religione: speriamo che la coscienza dei responsabili si risvegli prima che sia troppo tardi».
Duro anche il comunicato di Caritas Internationalis, che parla di «un doloroso promemoria delle terribili condizioni in cui vivono i civili sotto assedio», e chiede «il pieno rispetto del diritto internazionale e il cessate il fuoco immediato». Anche l’Agesci, l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, si unisce all’appello: «Condanniamo con fermezza ogni violenza contro i civili e i luoghi di culto. Gli spazi religiosi e umanitari devono essere inviolabili».
Nel frattempo, la visita del card. Pizzaballa e del patriarca Teofilo III assume anche il significato di un gesto pastorale e profetico. «Essere a Gaza oggi è un dovere sacro», ha affermato Teofilo III. «La Chiesa è qui per accompagnare, guarire e riaccendere la speranza nei cuori schiacciati sotto il peso di questa devastante atrocità in corso».