FattiPadova Ogni minuto 130 incidenti domestici, sportivi o stradali provocano un trauma cranico encefalico. Sabato 17 maggio, all’Università, un convegno tratterà l’argomento partendo dal supporto post-dimissione e dalla carenza di strutture. E sul ruolo che può avere il rugby
Ogni anno, nel mondo, 70 milioni di persone sono vittime di un trauma cranico encefalico (Tce), 13 dei quali sono gravi. In termini di tempo, ogni minuto si verificano 130 incidenti domestici, stradali, o sportivi che provocano un Tce: di questi, 24 causano una disabilità permanente; dieci conducono alla morte. Sono numeri che bastano da soli a descrivere l’entità del problema. Sabato 17 maggio, a partire dalle 8.30, nella sala Ippolito Nievo dell’Università di Padova, la 26a Giornata nazionale Trauma Cranico della Fnatc (Federazione nazionale associazione traumi cranici), che il presidente Paolo Fogar ha dato l’incarico di organizzare alla presidente dell’associazione Daccapo, Antonietta Rossana Rossetto, permetterà di conoscere il Tce e le gravi cerebrolesioni acquisite. Il convegno, dal titolo “Progettare il cambiamento, mai più soli dopo il trauma cranico-encefalico”, realizzato in collaborazione con la Rete utenti per caso, cercherà anche di pianificare un supporto multidisciplinare da attuare dopo il risveglio dal coma e la dimissione dall’ospedale. «La lunga fase di riabilitazione e di reinserimento nella società richiede un approccio che tenga conto di tutti gli ambiti che sono stati compromessi dal trauma – spiega Antonietta Rossana Rossetto – Dal supporto psicologico per l’assistito e per i suoi familiari, all’intervento di un neurologo per monitorare l’evolvere della situazione nel tempo, a un percorso logopedico per favorire il processo di riappropriazione del linguaggio, a un valido supporto fisioterapico. Attualmente non tutte le Ulss del Veneto possono contare su una rete di supporto o su strutture adeguate ad accogliere chi, a causa di un grave Tce, presenta una disabilità permanente». Oltre a numerosi enti che operano nell’ambito della sanità, come Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa), Sirn (Società italiana di riabilitazione neurologica), Sinp (Società italiana di neuropsicologia) Finmg (Federazione italiana medici di medicina generale), l’Ordine degli assistenti sociali e l’Ordine degli psicologi, saranno presenti personaggi dello sport. L’evento è infatti patrocinato dal Fir, Federazione italiana rugby. In particolare, sarà ospite d’onore il prof. Andrea Rinaldo, ex giocatore del Petrarca Rugby e della nazionale di rugby, nonché membro del World Rugby’s Council. Rinaldo parlerà di come questo sport si sia attivato promuovendo l’adozione di un protocollo a protezione del rugbista dalla cosiddetta concussion, cioè dall’infortunio cerebrale conseguente a un trauma. Secondo il protocollo, che sarà presentato nei dettagli nel corso del convegno, dopo il trauma subìto il giocatore deve essere fermato immediatamente sul campo e trasferito in una struttura ospedaliera, dove verranno effettuati gli accertamenti del caso, e sarà verificata l’eventuale presenza di un trauma commotivo. Per info sul convegno www.sinergiaesviluppo.it
