Mosaico
Un Natale diverso, segnato da una scelta precisa e condivisa. Per il 2025 la cooperativa sociale Giotto ha deciso di rinunciare ai consueti regali natalizi destinati ai propri dipendenti per devolvere l’equivalente della spesa a due realtà attraversate dalla fragilità e dalla sofferenza: la parrocchia della Sacra Famiglia nella Striscia di Gaza e l’Opera della Provvidenza di Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano.
La decisione nasce da una riflessione maturata all’interno della cooperativa di fronte al clima che segna il nostro tempo, caratterizzato da conflitti armati, violenze diffuse e da una crescente assuefazione al dolore. Guerre vicine e lontane, drammi che spesso non fanno più notizia, situazioni di marginalità e solitudine che attraversano anche il nostro Paese hanno interrogato la comunità di lavoro di Giotto, spingendola a non restare indifferente.
Accanto all’attenzione verso Gaza, come segno di prossimità a una popolazione duramente colpita dalla guerra, la cooperativa ha voluto sostenere una realtà del territorio padovano da oltre sessant’anni impegnata nell’accoglienza e nella cura di persone con gravi disabilità, patologie e fragilità. Due destinatari diversi, ma uniti da un medesimo orizzonte di carità concreta e responsabilità condivisa.
Da questa scelta è nato anche il «Panettone della carità e della speranza». Grazie alla disponibilità di artigiani e imprenditori, il panettone è stato comunque donato a tutti i dipendenti, senza sottrarre risorse alla finalità solidale. Un segno semplice, pensato per accompagnare gli auguri natalizi e per rendere visibile il senso della decisione assunta.
Il risultato è un contributo complessivo di 70 mila euro, destinato in parti uguali alla parrocchia di Gaza e all’Opera della Provvidenza. Un gesto che ha generato anche un effetto inatteso: la partecipazione di amici e sostenitori che hanno deciso di aggiungere il proprio contributo. Un’esperienza che ha reso il Natale della cooperativa particolarmente intenso, ricordando che la carità e la speranza non sono parole astratte, ma scelte quotidiane che aiutano a non abituarsi al dolore e a restare umani.