Cosa Nostra a New York: blitz contro Genovese, Gambino, Bonanno e Lucchese per scommesse truccate anche in NBA
Le autorità federali di New York hanno smantellato un sistema di partite truccate e scommesse clandestine legato a quattro famiglie mafiose storiche: Genovese, Gambino, Bonanno e Lucchese. Coinvolti ex campioni NBA e uomini d’affari. Le indagini rivelano una rete criminale evoluta, capace di usare tecnologia e riciclaggio
Genovese, Gambino, Bonanno, Lucchese. I nomi delle storiche famiglie di Cosa Nostra newyorkese riemergono, non nei racconti cinematografici di Hollywood, ma nelle cronache giudiziarie legate al gioco d’azzardo e alle scommesse clandestine. Giovedì, le autorità federali e locali hanno annunciato una serie di accuse contro un gruppo eterogeneo di individui affiliati a quattro delle cinque famiglie mafiose della città. Tra loro, leader, uomini d’affari e collaboratori, accusati di aver orchestrato un sofisticato sistema di partite di poker truccate, capaci di generare milioni di dollari.
Le vittime, ignare, venivano attirate ai tavoli da nomi noti del basket professionistico: ex stelle NBA e figure ancora attive nel mondo dello sport. Le accuse, seppur aggiornate nei metodi, ricalcano lo schema criminale consolidato: associazione a delinquere, frode telematica, riciclaggio, estorsione e gestione di attività illegali.
Tre degli imputati risultano coinvolti anche in un giro di scommesse clandestine che ha toccato il mondo NBA, con l’arresto dell’allenatore dei Portland Trail Blazers, Chauncey Billups, e di un giocatore dei Miami Heat. Secondo gli inquirenti, avrebbero diffuso informazioni riservate e partecipato a partite truccate sostenute dalle famiglie mafiose, con una truffa stimata di almeno 7 milioni di dollari.
La rete criminale si è evoluta, adattandosi alle nuove tecnologie.
I tavoli da gioco, allestiti in luoghi esclusivi come Manhattan e gli Hamptons, erano dotati di macchine mescolatrici modificate con chip capaci di leggere le carte in tempo reale. Le informazioni venivano trasmesse a un complice al tavolo, il cosiddetto “quarterback”, legato alle famiglie mafiose. Telecamere nascoste nei vassoi delle fiches, occhiali da sole speciali e persino dispositivi a raggi X integrati nei tavoli completavano il sistema di manipolazione.
La portata del piano e il coinvolgimento di quattro delle cinque famiglie storiche indicano che la mafia non è scomparsa: ha semplicemente cambiato volto. Mentre le priorità delle forze dell’ordine si sono spostate, prima sul terrorismo post-11 settembre, poi sull’immigrazione e sul narcotraffico, il settore delle scommesse – che la stessa NBA ha cercato di regolamentare – è rimasto vulnerabile. In questo vuoto, i soliti noti – Genovese, Gambino, Bonanno, Lucchese – hanno saputo reinventarsi, mantenendo intatta la loro vocazione: accumulare denaro e potere, anche oltreoceano.