Fatti
Csv Vicenza. Il progetto con il partner austriaco per la sensibilità davanti alla solitudine
Un progetto europeo con il partner austriaco Hafelekar per saper supportare soggetti fragili
FattiUn progetto europeo con il partner austriaco Hafelekar per saper supportare soggetti fragili
Il progetto europeo “Vol-Pecil” (Volunteers in preventing elderly and chronic illness loneliness) è un’iniziativa molto importante che affronta un tema sempre più rilevante nel contesto sociale contemporaneo: la solitudine degli anziani e delle persone affette da malattie croniche. La collaborazione tra il Csv di Vicenza, tramite il suo ente gestore Volontariato in rete, e il partner austriaco Hafelekar (importante società di formazione, anche in ambito sociale, con oltre vent’anni di esperienza) rappresenta un’opportunità concreta per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e cura. L’obiettivo di migliorare le capacità dei volontari nel creare relazioni di cura con i soggetti fragili è fondamentale, soprattutto quando si parla di individui che possono essere più vulnerabili alla solitudine, come gli anziani o le persone con malattie croniche. Il progetto non solo intende sensibilizzare i volontari su queste tematiche, ma anche fornire loro strumenti pratici, come quelli digitali, per intervenire tempestivamente e con efficacia. Le attività formative, che si sono svolte a fine 2024 e che proseguono nel corso di gennaio, sono un’occasione preziosa per approfondire le competenze relative all’assistenza agli anziani e all’uso di strumenti di reminiscenza, utili per favorire il collegamento emotivo e cognitivo con le persone anziane, contribuendo a ridurre il rischio di isolamento sociale. La formazione continua dei volontari è essenziale per garantire che le attività siano svolte con sensibilità e competenza, permettendo così di rispondere alle necessità degli anziani e delle persone con malattie croniche in modo più mirato. Il progetto rappresenta un esempio di come l’innovazione e la solidarietà possano integrarsi per migliorare la qualità della vita di chi è più fragile, creando percorsi internazionali e costruendo buone pratiche condivise.