Chiesa | DiocesiCucine economiche popolari Avviato il 31 marzo il cantiere, con i fondi Pnrr, per la ristrutturazione del fabbricato dell’ex casa canonica della parrocchia della Pace dove verrà realizzata una “stazione di posta”. È il primo passo per la realizzazione delle nuove Cucine
Hanno preso il via i lavori per il restauro della canonica del Tempio della Pace, in via Tommaseo a Padova, dove entro marzo 2026 troveranno posto alcuni dei servizi delle Cucine economiche popolari, primo step dello spostamento definitivo. Il progetto è attuato dalla Fondazione Nervo Pasini, che ha ricevuto il fabbricato e la proprietà dalla parrocchia del Santissimo Nome di Gesù alla Pace, in virtù di una convenzione con il Comune di Padova. «È uno dei segni che il vescovo Claudio Cipolla ha indicato nella sua lettera post-sinodale Ripartiamo da Cana – osserva il presidente della Fondazione Nervo Pasini don Luca Facco – La presenza delle Cucine è una presenza della Chiesa sul territorio, un segno di carità, un modo di essere Chiesa oggi e un luogo giubilare. È il segno di una fede che si manifesta attraverso una presenza nella città e che dice dov’è il nostro cuore, e il nostro cuore è vicino alle persone fragili». L’intervento appena iniziato riguarda il primo lotto dei lavori, dedicato al restauro conservativo della canonica, ed è finanziato con fondi Pnrr nella linea di finanziamento “Stazioni di posta” cioè i centri di servizio e di inclusione per le persone senza dimora o in particolare stato di fragilità. Nella struttura saranno collocati, al piano terra, i servizi di accoglienza, ascolto, fermo posta, segretariato sociale, assistenza legale e accompagnamento al lavoro. «Sarà un primo accesso per le persone che arrivano nel nostro territorio e hanno bisogno di un aiuto. Al primo piano sarà realizzato il poliambulatorio per visite specialistiche, consulti medici e servizi diagnostici di base, che offre assistenza a persone senza fissa dimora e a chi per diverse ragioni non può usufruire del servizio sanitario nazionale. Il servizio è garantito da infermieri e medici volontari ed è offerto in convenzione con l’Ulss 6». Il piano terra e il primo piano saranno dotati di ingressi indipendenti e saranno accessibili a persone con disabilità. I nuovi servizi saranno completi di tutte le attrezzature, gli ausili e gli arredi necessari alle nuove esigenze assistenziali e sanitarie. Il progetto, di cui è responsabile unico l’arch. Mauro Gugel, e progettista l’arch. Adolfo Zanetti, prevede una generale riqualificazione dell’edificio e si propone di inserire le nuove funzioni mantenendo la struttura storica e la configurazione originaria. L’intervento, autorizzato dalla Soprintendenza di Padova, avrà anche lo scopo di migliorare staticamente e sismicamente l’edificio, nel rispetto della normativa per il cambio di destinazione d’uso previsto, con interventi molteplici di consolidamento strutturale. La casa canonica, annessa al Tempio, venne edificata nel 1935 e progettata dall’ing. Silvio Lion insieme a tutto il complesso. Nel dicembre del 1943 l’edificio fu in parte distrutto dai bombardamenti e in seguito ricostruito dall’arch. Giuseppe Tomba. L’intervento di ripristino ha compreso anche la realizzazione del vicino centro parrocchiale. Del progetto si è parlato anche nella serata di presentazione del rapporto annuale 2023 sulla situazione economica della Diocesi di Padova, che ha toccato anche il tema della valorizzazione del suo patrimonio immobiliare. «In quell’occasione – prosegue don Luca – abbiamo percepito una grande sintonia da parte della Diocesi e di alcuni parroci. Il percorso sarà lungo e complesso, ma siamo felici di poterlo fare. La nuova sistemazione sarà più dignitosa per le persone accolte e sarà quindi anche uno strumento di riqualificazione urbana. Noi ci saremo, come luoghi di carità in un’area in cui si sta investendo molto. È frequentata anche da molti studenti che, passando, vedranno quel luogo di Chiesa e di carità». In quest’area sta per sorgere il cosiddetto “chilometro blu” dell’innovazione, che unisce la stazione con la nuova Scuola di ingegneria, il nuovo centro congressi, lo Smact Competence Center, il Parco Galileo e la Fiera. «Noi ci saremo, come segno di una città accogliente che ascolta e favorisce le relazioni e lo scambio reciproco per evitare la ghettizzazione, offrendo spazi dignitosi. Ci saremo come segno di innovazione sociale in uno dei luoghi più interessanti della città di Padova. Essere lì è prezioso ed è frutto di una scelta strategica da parte della Chiesa. Con questo primo lotto dei lavori intendiamo dare continuità al servizio delle Cucine. Gestiremo per un periodo i due siti: quello attuale e la canonica, con la prospettiva di iniziare l’intervento sul patronato e trasferire la mensa, le Cucine, le docce e tutto il resto».
Il progetto, che rientra nella Missione 5 “Inclusione e coesione” del Pnrr, si propone di migliorare staticamente e sismicamente l’edificio delle nuove Cucine, offrire un’adeguata dotazione impiantistica, garantire l’accessibilità a persone con disabilità. L’investimento complessivo è pari a 995 mila euro, di cui 910 mila da fondi Pnrr e 85 mila finanziati dalla Fondazione Nervo Pasini.
«Per la Chiesa l’attenzione alle persone in difficoltà è parte costitutiva della sua missione. Lo fa dai tempi di Gesù. Nei secoli ha tradotto questo mandato per adeguarlo ai tempi in cui viviamo, ma l’intento è sempre quello di migliorare quell’atteggiamento di vicinanza con le persone nel bisogno che caratterizza le Cucine dal 1883». Questo, per il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla il valore del progetto. «Gesù si è comportato così e noi su questa strada vogliamo continuare, accettando volentieri suggerimenti. Non pensiamo di risolvere tutti i problemi, ma di dare un segno che indichi una strada. Il segno di una fede, che è quella di noi cristiani». In piena sintonia suor Albina Zandonà, direttrice delle Cucine: «Quando Stefania Omboni propose al vescovo Giuseppe Callegari di dare continuità alle Cucine, lui rispose: “Se voglio servire i poveri, voglio farlo bene”. L’idea è questa: servire bene chi è in una posizione di fragilità».
