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Dal Municipio al Campanile

martedì 21 Ottobre 2025

Dal Municipio al Campanile. Romano d’Ezzelino

Nicola Benvenuti

Di quel Colle citato da Dante. Il sindaco: «È un paese dove c’è ancora la dimensione umana. Romano è decorata al valor militare per la guerra di liberazione. Con il Pnrr avremo Casa di comunità e scuola media»

«Romano è un paese dove c’è una dimensione umana e le relazioni tra le persone possono essere ben coltivate». Presenta in breve la sua comunità Simone Bontorin, 40 anni, sposato e con due figlie piccole, sindaco di Romano d’Ezzelino dal 2017, a capo di una lista civica, nata all’ombra dei quattro campanili del territorio comunale, che poi ha visto la riconferma nel 2022. «Effettivamente, molti di noi me compreso, provengono dal mondo ecclesiale, soprattutto dall’Azione cattolica, che ha segnato la nostra crescita», racconta il primo cittadino di Romano, che attualmente ha poco meno di 15 mila abitanti, suddivisi tra il capoluogo Romano, San Giacomo dove c’è la sede municipale, Fellette e Sacro Cuore. In provincia di Vicenza, geograficamente ai confini nord-ovest della Diocesi di Padova, Romano è uno dei cuori pulsanti del Bassanese. «È il terzo Comune del territorio che fa da corona a Bassano, dove ci sono i servizi più importanti, ma noi romanotti siamo molto orgogliosi della nostra appartenenza e delle nostre radici», evidenzia Bontorin. D’altra parte, Dante Alighieri cita Romano d’Ezzelino nel nono canto del Paradiso della Divina Commedia: “In quella parte della terra prava Italica, che siede intra Rialto e le fontane di Brenta e di Piava si leva un Colle e non surge molt’alto là onde scese già una facella che fece alla contrada un grande assalto». Il colle è un riferimento al Col Bastia, dove oggi è visibile una torre campanaria a base circolare in ricordo dell’antica fortezza dei Da Romano. Oltre alla Torre Ezzelina, sul Col Bastia vi sono l’antica chiesetta di Romano e il monumento a Dante Alighieri, ove son riportate le terzine del Paradiso. Siamo ai piedi del monte Grappa che fu teatro di sanguinosi combattimenti durante la prima guerra mondiale. Altrettanto lo fu durante il secondo conflitto mondiale, con il rastrellamento del 1944. Ricorda il sindaco che «Romano è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l’attività nella lotta partigiana».
Poi uno sguardo all’oggi: «Abbiamo un’importante zona industriale, anche con aziende di rilievo. In una di queste vengono realizzate tutte le lavorazioni dei trofei di calcio, la coppa della Uefa Nations League per esempio, oltre a tante imprese del settore automotive, che in questo periodo stanno un po’ soffrendo, come tutto il settore dell’auto». Romano si trova, infatti, su uno snodo stradale importante con la Pedemontana Veneta a pochissima distanza e la strada statale Valsugana che attraversa il suo territorio. Dal punto di vista naturalistico, oltre al Grappa, ci sono le colline circostanti che rappresentano una meta interessante per passeggiate e percorsi naturalistici. «Stiamo investendo somme importanti per la realizzazione di alcune opere pubbliche, usufruendo del Pnrr, la nuova scuola media Montegrappa, la Casa della comunità e la futura sede dei Servizi sociali territoriali, oltre alla ristrutturazione della caserma dei carabinieri che è un presidio importante per la sicurezza».
L’amministrazione Bontorin investe sulla crescita culturale del territorio con le tante attività promosse dalla biblioteca comunale, come anche nelle progettualità rivolte al mondo giovanile, senza dimenticare il tradizionale palio e gli eventi musicali. Uno sguardo, infine, oltre l’orizzonte: quale sarà il futuro di Romano d’Ezzelino? «Anche noi ci troviamo coinvolti nel calo demografico e nel progressivo invecchiamento della popolazione. Dobbiamo pensare già da ora ai servizi necessari fra vent’anni quando dovremo dare risposte agli attuali cittadini di 50-60 anni».

Il parroco: «Fellette ha dato alla Chiesa tanti pastori, l’ultimo mons. Battocchio, vescovo di Vittorio Veneto, ma anche colui che è stato vescovo di Padova per 32 anni, Bortignon»

Terra di vescovi e di comunità

«Fellette è una terra che ha dato alla Chiesa tanti pastori, l’ultimo in ordine di tempo è mons. Riccardo Battocchio, che è stato recentemente ordinato vescovo di Vittorio Veneto, ma non possiamo non ricordare il vescovo Girolamo Bortignon che ha guidato la nostra Chiesa di Padova per ben 32 anni, anche lui come Batocchio nativo di Fellette, cui è intitolato il centro parrocchiale».
Sono le parole del parroco don Teresio Baù che nel corso degli oltre trent’anni di presenza nel territorio di Romano d’Ezzelino, ha avuto modo di vivere direttamente la vita parrocchiale delle quattro comunità, da diacono, vicario parrocchiale, amministratore parrocchiale e ovviamente da parroco di Fellette da molti anni, cui poi è stata aggiunta anche la cura d’anime della parrocchia del Sacro Cuore. Le quattro comunità di Romano fanno parte della nuova collaborazione Monte Grappa, che vede riunite le comunità dei vicariati di Crespano, Quero-Valdobbiadene, Valstagna-Fonzaso, il cui presbitero coordinatore è don Federico Meneghel, parroco di Romano da un anno.
«Dal punto di vista della fede devo rilevare che vi è ancora una buona partecipazione alla vita delle comunità in tutte le parrocchie di Romano, certo non ci sono più i numeri di un tempo, ma certamente c’è molta più consapevolezza in chi partecipa alle attività parrocchiali, dalla catechesi alla vita associativa – sottolinea don Baù, che aggiunge – L’Azione cattolica è ancora vivace a Fellette, con tutti i settori, perché sono convinto che un laicato impegnato non possa che far bene alla Chiesa, ma anche alla società».
In effetti, buona parte delle figure politiche che hanno amministrato o che tutt’ora sono all’interno del Comune di Romano d’Ezzelino provengono proprio dall’Azione cattolica. «Le sagre parrocchiali sono molto sentite nel nostro territorio e sono una bella occasione per le comunità per mettersi in gioco, organizzando momenti di incontro tra coloro che provengono da parrocchie diverse. Sono convinto che nel tempo la collaborazione tra le parrocchie diverrà sempre più stretta, questo non significa rinunciare alle proprie tradizioni, ma è necessario mettere a fattore comune i carismi di ciascuno», aggiunge don Teresio.
Contribuisce a creare legami tra le famiglie giovani e le comunità cristiane la presenza di quattro scuole dell’infanzia: «A Fellette e Sacro Cuore sono parrocchiali, quella di San Giacomo è gestita da un attivo comitato di genitori, mentre quella di Romano è affidata a una cooperativa, il Comune le sostiene tutte con un contributo annuo». Attivi anche i centri parrocchiali delle comunità, tutti sotto l’egida del Circolo Noi, al cui interno poi vengono anche organizzati i centri estivi. Dallo scorso anno a Romano è nato al gruppo scout Agesci, rispondendo a una richiesta pressante delle famiglie. «In questa nostra terra una presenza importante è quella degli Alpini, che con i quattro gruppi sono una risorsa importante e generosa per tutte le comunità, siamo alle pendici del Grappa e le penne nere sono parte integrante e collaborativa in tante nostre attività», conclude don Teresio.

A dieci anni dalla sua scomparsa, la comunità di Romano d’Ezzelino si è raccolta in un commosso momento di ricordo e riconoscenza per don Paolo Dalla Rosa, per 37 anni parroco della comunità di San Giacomo. L’amministrazione comunale ha voluto celebrare il suo lascito spirituale con un gesto semplice ma dal profondo valore simbolico: a lui, infatti, è stato intitolato il parco di via Romana.

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