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Decreto Ucraina. Guerra, l’impatto sulle aziende
Decreto Ucraina Preoccupa l’iter burocratico scelto per il credito d’imposta, meglio strumenti più fluidi come per agricoltura e pesca
MosaicoDecreto Ucraina Preoccupa l’iter burocratico scelto per il credito d’imposta, meglio strumenti più fluidi come per agricoltura e pesca
«Serve un piano economico a 360 gradi che argini l’impatto della guerra che rischia di avere conseguenze sul nostro sistema economico molto più larghe e strutturali di ,quanto abbia causato il Covid anche nelle sue fasi più acute con blocco della mobilità – L’allarme arriva da Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova – «Il cosiddetto “decreto Ucraina” contiene alcune misure per arginare il dirompente fenomeno del caro energia. Apprezziamo lo sforzo del Governo nel limitare i danni per le nostre imprese che, anche se non definibili come “energivore”, fanno di gas, elettricità e carburante le principali materie prime per produrre beni ed erogare servizi». A preoccupare maggiormente Dall’Aglio è l’iter burocratico a cui le imprese artigiane dovranno sottoporsi per ottenere il credito d’imposta: «Avremmo preferito strumenti fluidi come quelli previsti per i settori dell’agricoltura e della pesca, cioè un credito d’imposta “secco” del 20 per cento calcolato sulla spesa per l’acquisto di carburante consumato nel primo trimestre 2022. Per noi invece ci sono calcoli necessari per dimostrare l’effettivo aumento dell’energia che speriamo non portino a diverse interpretazioni, generando intoppi. Per coloro che hanno subìto, tra il 2019 e il 2022, un aumento del prezzo medio dell’energia di almeno il 30 per cento, viene riconosciuto un credito da scomputare da altre imposte a debito pari al 12 per cento per l’elettricità o al 20 per cento per il gas. Tale credito è anche cedibile a terzi, ma par questo si deve attendere un provvedimento dell’Agenzia delle entrate. E comunque sarà necessario un visto di conformità». Dato per assodato il fatto che le imprese stanno ricevendo bollette di luce e gas più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ecco la proposta del presidente di Confartigianato Imprese Padova: «L’onere di certificare il rincaro venga assolto direttamente da chi fornisce l’energia ed emette la relativa fattura. Potremmo così ricevere direttamente la bolletta con l’importo decurtato della cifra prevista per il credito d’imposta che cederemmo in automatico al gestore, evitando l’onere costoso del visto di conformità. Se non è vera semplificazione questa… Inoltre – prosegue Dall’Aglio – anche se potrà apparire prematuro, suggeriamo già ora al Governo di disinnescare gli effetti negativi del caro energia sui bilanci “fiscali” delle imprese, prevedendo le necessarie esclusioni dal calcolo degli Isa (le pagelle che l’amministrazione finanziaria dà alle partite Iva che hanno sostituito gli studi di settore) e la sterilizzazione di alcuni indicatori come quello di anomalia, previsto per il trasporto merci su strada relativo al costo del carburante per litro. È doveroso poi pensare anche a norme che incoraggino chi vuole investire. Per questo, in tema di riqualificazione edilizia, è opportuno ripensare alla scadenza del 30 giugno prossimo come data entro la quale realizzare almeno il 30 per cento dei lavori incentivabili con il superbonus 110 per cento. L’indisponibilità dei materiali necessari per realizzare le opere, infatti, pesa enormemente sul prosieguo dei lavori per le villette unifamiliari».