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Diritto allo studio. L’Esu bussa ai Comboniani
Diritto allo studio Una porzione dell’immobile di via San Giovanni di Verdara, a Padova, sede dei padri Comboniani, diventerà una residenza universitaria con 109 posti letto
FattiDiritto allo studio Una porzione dell’immobile di via San Giovanni di Verdara, a Padova, sede dei padri Comboniani, diventerà una residenza universitaria con 109 posti letto
A Padova una parte della sede dei padri Comboniani in via San Giovanni di Verdara diventerà una residenza universitaria gestita dall’Esu, l’ente regionale per il diritto allo studio universitario. A dare la notizia è stato proprio padre Gaetano Montresor, superiore della comunità padovana: «Dopo oltre 90 anni di luogo di formazione per missionari, la nostra casa, inaugurata nell’ottobre del 1931 come seminario delle missioni africane, è ora messa a disposizione per un periodo di 30 anni per accogliere giovani studenti universitari». L’annuncio in una conferenza stampa che si è tenuta nella sala convegni del collegio di via di Verdara alla presenza di padre Paolo Latorre, economo provinciale Collegio Missioni africane; Giuseppe Maschera e Gabriele Verza, rispettivamente presidente e direttore Esu Padova; Matilde Girolami, prorettrice dell’Università di Padova con delega al diritto allo Studio ed Elena Donazzan, assessore all’Istruzione della Regione Veneto. In forza di una convergenza di intenti, il 16 maggio 2022 l’azienda strumentale della Regione Veneto preposta all’erogazione dei servizi per il diritto allo studio universitario ha presentato una richiesta di cofinanziamento a valere sul V Bando attuativo della legge 338/2000 per la realizzazione di un progetto di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria, efficientamento energetico di una porzione del Collegio delle Missioni africane da destinare a residenza universitaria. «Da sempre questo edificio, costruito con il contributo di tutta la popolazione, ha reso un servizio sociale a questo territorio – spiega padre Gaetano – Quello di ora è un contributo comboniano al diritto allo studio. Nessuna forma di speculazione deve inserirsi in questo progetto né economica, né di sfruttamento di immagine. Questo edificio resta fedele allo scopo per cui è stato voluto e costruito. Nei prossimi 30 anni, migliaia di studenti porteranno, tra tante realtà diverse, anche molta Africa bella, tra questi muri accoglienti e continueranno a essere parlate tante lingue, anche africane che questi muri sono già abituati ad ascoltare, perché parlate da decine di missionari che qui hanno vissuto e da qui sono partiti in tutto il mondo».
Il progetto di fattibilità tecnica ed economica, redatto dall’architetto Andrea Martinuzzi, dello studio ArcHam di Genova, prevede un intervento che trasformerà in residenza universitaria tutto il blocco nord dell’edificio e il secondo e il terzo piano del blocco principale, quindi 2.440 metri quadrati (il 68 per cento) sui 3.620 complessivi, con affaccio e uscita su via Citolo da Perugia. Ai padri resterà la disponibilità del piano terra e del primo piano del blocco principale, con affaccio e uscita su via San Giovanni di Verdara. L’Esu utilizzerà anche circa 3.400 metri quadrati di area esterna, dei circa 4.300 complessivi. Il progetto prevede 109 posti letto con tipologia ad albergo, in cinque camere singole e 52 camere doppie dotate di servizio igienico, il 5 per cento delle quali attrezzate per studenti disabili, come richiesto dal bando, oltre a reception, emeroteca, biblioteca, aule studio, aule riunioni, sala musica, zone relax, caffetteria, cucine di piano, servizi collettivi, depositi, lavanderia, zona fitness, locali tecnici e centrali, zona per la raccolta differenziata, deposito bici e spazi pedonali all’aperto. Gli interventi edilizi principali riguarderanno il rifacimento completo del tetto con l’installazione di pannelli fotovoltaici, l’adeguamento delle camere alle prescrizioni del bando, l’impiantistica. La spesa necessaria per realizzare l’intervento è di 5 milioni e 245.335 euro. Il cofinanziamento assegnato all’Esu ammonta a poco meno di 4,5 milioni di euro, pari all’86 per cento dei costi complessivi. I restanti euro 701.730 euro sono a carico del bilancio aziendale. A seguito dell’assegnazione dell’importante contributo, l’Esu e il Collegio delle Missioni africane lo scorso 28 febbraio hanno sottoscritto un contratto di usufrutto a favore dell’ente per il diritto allo studio universitario della durata di 30 anni a fronte di un corrispettivo di 1,9 milioni di euro. Una somma quasi simbolica se rapportata a quello che sarebbe il valore di una locazione.
La prossima scadenza è il 31 ottobre, data entro la quale dovranno essere assegnati, con la forma dell’appalto integrato, l’incarico per la redazione del progetto esecutivo e l’incarico per la realizzazione dei lavori. La conclusione dei lavori è prevista entro due anni e 4 mesi dal verbale di consegna cantiere. «Questa iniziativa è nata in sinergia con l’Università di Padova – sottolinea, in conclusione, Matilde Girolami, prorettrice dell’Università di Padova – Può essere portata a esempio di come la collaborazione tra enti favorisca il raggiungimento dell’obiettivo. In un’epoca in cui l’emergenza abitativa crea non pochi problemi ai nostri studenti, la realizzazione di una struttura residenziale capiente e collocata in un punto strategico della città è un risultato che l’Ateneo vede con favore anche in relazione alle politiche di supporto al diritto allo studio».
«Con il cofinanziamento ministeriale e l’accordo con i padri Comboniani – ha spiegato Giuseppe Maschera, presidente Esu Padova – abbiamo posto una pietra miliare dalla quale non si torna più indietro, si può solo andare avanti. Il numero di posti letto che verranno realizzati e la posizione strategica, vicina a un polo universitario e ai servizi di mobilità di bus e ferrovia, fanno di questa residenza un servizio di eccellenza per gli studenti». L’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, ha aggiunto: «Il diritto allo studio per noi è soprattutto accoglienza, mettendo a disposizione strutture e servizi di supporto agli studenti più meritevoli nello studio privi di mezzi economici, che trovano così la possibilità di vivere appieno la vita universitaria».
Taglio del nastro, lo scorso 20 marzo, a Padova per il Centro regionale per le tecnologie della teleriabilitazione e il termalismo (Certtt), il nuovo modello organizzativo per la presa in carico e la gestione dei pazienti con patologie post acute correlate alla pandemia Covid 19. Affidato dalla Regione Veneto all’Azienda Ospedale Università, il centro ha come scopo incentivare lo sviluppo dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione per i pazienti con disabilità funzionale neuromotoria, neuropsicologica, comportamentale, psicologica e comunicativa partendo dai pazienti post pandemia. Viene istituita anche un’innovativa piattaforma per interventi di telemedicina e l’obiettivo è mettere in rete tutti i professionisti che operano nelle strutture riabilitative di degenza, nei servizi territoriali e termali per una migliore omogeneità delle prestazioni.