Fatti
“Sono profondamente scosso per la tragica morte di tre persone, vittime di un incidente sul lavoro presso un’azienda di Marcianise nella quale stavano operando per fare manutenzione. Esprimo il mio più profondo dolore e la mia vicinanza alle famiglie di Antonio, Ciro e Pasquale, anche a nome delle Chiese di Capua e di Caserta”. Così mons. Pietro Lagnese, arcivescovo di Capua e vescovo di Caserta, in una nota diffusa il giorno dopo l’esplosione in azienda di trattamento dei rifiuti a Marcianise, a seguito della quale sono morti due operai e il titolare. “Dinanzi a tragedie come questa non basta il cordoglio, ma è necessario esprimere con forza la nostra indignazione”, ammonisce il presule, osservando che “ogni volta che muore qualcuno sul posto di lavoro, diciamo: ‘Basta, non deve succedere più!’. Invece, purtroppo gli incidenti e le morti si ripetono, e con grande frequenza. Non si può accettare che la mattina si esca per guadagnare il pane per sé e per i propri cari, per poi non fare più ritorno a casa, a causa di un infortunio sul lavoro!”. “Quanti incidenti dovranno ancora accadere, quante persone dovranno ancora morire, prima che si faccia tutto il possibile perché sia data a tutti la possibilità di un lavoro sicuro e dignitoso? Quando finirà questa strage degli innocenti?”, domanda l’arcivescovo, sottolineando che “non sono morti bianche, ma rosse per il sangue versato e nere perché oscurano le nostre coscienze”. “Ogni incidente mortale sul lavoro è una sconfitta per la società nel suo complesso perché segna una lacerazione profonda sia in chi ne subisce gli effetti diretti – come la famiglia e i colleghi di lavoro – sia nella collettività”, prosegue mons. Lagnese, secondo cui “per sconfiggere questo male è richiesto un approccio integrale da parte di tutti i soggetti in campo: vanno realizzati interventi di sistema sia a carattere statale, sia a livello aziendale. È fondamentale investire sulla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro; è importante che lo Stato metta in atto controlli più attenti, che diventino uno stimolo alla prevenzione degli infortuni”. “La sicurezza per le aziende non può essere considerata un costo, ma un investimento, perché tutela la vita umana che è il dono più prezioso che Dio Padre ha voluto farci”, rileva il presule. “Mentre mi raccolgo in preghiera per le tre vittime di questo tragico incidente, chiedo al Signore che asciughi le lacrime e allevi il dolore dei loro cari e dia a ognuno di noi la forza di lottare ancora perché quanto accaduto non si ripeta. Lo dobbiamo ad Antonio, Ciro e Pasquale; lo dobbiamo ai loro cari e a tutte le altre persone che, nella nostra provincia, – e sono tanti! – hanno perso la vita mentre erano sul posto di lavoro. Lo dobbiamo – conclude mons. Lagnese – alle lavoratrici e ai lavoratori che ogni mattina vanno al lavoro e ai giovani che hanno diritto di guardare al loro futuro con speranza”.