Quanti di noi, per esempio, sanno che cosa sono le tre principali voci di spesa della fattura dell’energia elettrica? Ci sono le spese per i servizi di vendita; per quelli di rete e le imposte. Le prime incidono per poco più del 55 per cento e sono la parte variabile della bolletta che comprende tutte le attività svolte dall’operatore per acquistare e rivendere ai clienti l’energia elettrica. I servizi di rete sono, invece, costi fissi che incidono per poco più del 10 per cento e coprono i costi per le attività di trasporto dell’elettricità sulle reti di trasmissione nazionale e di distribuzione locale fino al contatore. Infine le imposte che incidono sul totale della spesa energetica per poco meno del 15 per cento e comprendono accise e Iva.
A cosa corrisponde quel circa 20 per cento che manca all’appello per arrivare alla spesa totale della bolletta? È la quota per i cosiddetti oneri di sistema, introdotti nel tempo da specifici provvedimenti normativi. Servono allo Stato per coprire le spese come la messa in sicurezza del nucleare; gli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate o la copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario. Sono oneri che non si possono eliminare. Sono pagati, comunque, da tutti i clienti residenti e non, a prescindere dal fornitore e dal contratto sottoscritto. Gli oneri generali sono applicati come maggiorazione della tariffa di distribuzione in maniera differenziata per tipologia di utenza. Nella bolletta del gas corrispondono al 4 per cento del totale.
«Da molti anni – spiega Davide Cecchinato, presidente Adiconsum Veneto – chiediamo modifiche sia strutturali sia normative. Riteniamo sia necessario creare un vero mercato dell’energia a livello europeo; riformare la struttura tariffaria adeguandola alle scelte energetiche che il Paese si darà; modificare la struttura della rete per rendere omogenee tutte le aree geografiche; introdurre norme per alleggerire le bollette eliminando gli oneri, le accise e tutto ciò che non ha nulla a che vedere con i consumi energetici e che va trasferito sulla fiscalità generale».
Lo spostamento di questi oneri permetterebbe una loro redistribuzione progressiva e, quindi, più equa: più guadagni, più paghi. Mentre le bollette colpiscono senza distinzione di reddito. È doveroso ricordare in questa sede che il Governo è intervenuto contro il caro energia tagliando gli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas fino al 31 dicembre 2022. Sempre fino a fine anno l’Iva passa al 5 per cento per le somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali. Inoltre, fino al 30 aprile 2023, sono bloccate le modifiche unilaterali del contratto da parte delle imprese fornitrici di elettricità e gas. Rimane il pagamento del Canone Rai, il contributo per la televisione pubblica nazionale, che dal 2017 viene versato obbligatoriamente dai cittadini all’interno della bolletta della luce.
Leggere bene le bollette serve anche per evitare i piccoli trucchi che alcuni fornitori usano per “barare” sulle voci in fattura e quindi aumentare i loro margini di guadagno aggiungendo oneri e voci in punti della bolletta dove lo sguardo del cliente difficilmente arriva, quindi lontano da dove è segnato il prezzo totale. C’è chi, per esempio, fa pagare l’invio della bolletta con un prezzo magari variabile a seconda del costo totale della bolletta. Ovviamente non tutti i fornitori lo fanno ma è bene vigilare.
«Un modo per verificare i reali costi delle bollette – prosegue Cecchinato – può essere quello di chiedere al fornitore di vedere la schede di confrontabilità. Un documento che fornisce un confronto tra la stima di spesa annua che un cliente-tipo, con determinati livelli di consumo, sosterrebbe se aderisse all’offerta proposta dal fornitore sul mercato libero rispetto a quella che lo stesso cliente-tipo sosterrebbe nel Servizio di maggior tutela, per l’energia elettrica o nel Servizio di tutela, per il gas».
Secondo l’Associazione artigiani piccole medie imprese di Mestre – Cgia, l’Italia è la Nazione europea con i costi maggiori per la fornitura di energia elettrica a piccole e medie imprese. Per esempio si stima che per i nostri cugini francesi il prezzo finale dell’elettricità, al lordo delle tasse, è del 20 per cento in meno rispetto a quello di una famiglia italiana. A fare la differenza sono principalmente le imposte e il fatto che i francesi con le loro centrali nucleari riescono a sostentare la maggior parte del fabbisogno nazionale. Ma le cose stanno cambiando anche in Europa. Negli ultimi sei mesi, per esempio, la Spagna è stata colpita da rincari dovuti al fatto che, mentre in Italia le tariffe vengono aggiornate trimestralmente da Arera, loro hanno il cosiddetto prezzo dinamico che cambia ogni ora del giorno, anche per i clienti finali.
Diverse utenze fognarie, anche cittadine e non solo di campagna, non sono allacciate alla rete comunale ma dotate di un pozzo nero privato. Eppure leggendo la bolletta dell’acqua è possibile trovare tra le voci spesa anche i canoni fognatura (costi per essere allacciati alla rete fognaria) e di depurazione (costi per la depurazione delle acque reflue). Se così fosse, l’assenza di collegamento alla pubblica rete fognaria darebbe diritto all’utente di essere esentato da questi canoni. Attenzione però: è compito dello stesso cittadino informarsi ed eventualmente compilare il modulo per richiedere al proprio gestore l’esenzione.