Nel rapporto GreenItaly 2023 di Fondazione Symbola e Unioncamere, si mostra un’Italia che va verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Le imprese italiane che negli ultimi cinque anni hanno investito sulla green economy sono 510 mila e sono 3,2 milioni i green jobs, vale a dire le professioni legate alla sostenibilità, al benessere e alla tutela del pianeta. Il rapporto, giunto alla quattordicesima edizione, riporta che l’Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di riciclo sul totale dei rifiuti speciali e urbani (83,4 per cento) – un valore superiore alla media europea (53,8 per cento) – e questo significa una riduzione annua delle emissioni pari a 21 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 . L’economia circolare è un fattore di crescita economica e quindi «serve un equilibrio tra la dimensione ecologica, quella economica e quella sociale – commenta Luigi Lazzaro, presidente regionale di Legambiente e membro del direttivo di AsVess, Associazione veneta per lo sviluppo sostenibile – e la gestione dei rifiuti in Veneto è un esempio di quale sia un contributo che risponde all’obiettivo del Goal 8. Certo ci sono anche situazioni che ancora non hanno messo in campo la transizione ecologica dei modelli produttivi come, per esempio, nel caso dei Pfas, dove non si sta pensando a cambiare materia di approvvigionamento e studiare e applicare prodotti e metodi che non creino problemi ambientali. Abbiamo una direttiva europea che prevede l’uscita dall’utilizzo dei Pfas per alcune tipologie di prodotti per cui non si possono usare per i gas refrigeranti e sono stati eliminati dal regolamento europeo, e sugli imballaggi. Questo ci dice che esiste un problema e che grazie alle norme si sta provando a superarlo. Attualmente il Veneto, in particolare nell’ambito dell’economia circolare, sta dimostrando che è possibile raggiungere gli obiettivi e continuare a produrre crescita economica, lavoro e opportunità. Questo è un dato di fatto». La sola industria della pelle del Veneto consuma ogni anno, secondo i dati dell’agenzia europea Echa che disciplina l’uso delle sostanze chimiche, circa 160 tonnellate di sostanze che rilasciano Pfoa, uno dei composti della famiglia dei Pfas. Il punto 8.4 del Goal 8 rimarca l’importanza di scindere la crescita economica dal degrado ambientale: Grazie all’economia circolare che nasce dai rifiuti ci sono settori che sempre più investono nell’economia green come l’industria automobilistica che usa materiali riciclati, le filiere del biogas e del biometano. In parte c’è anche l’edilizia che però soffre la mancanza di normative complete, ma nel Pnrr sono previste risorse anche per gli adeguamenti delle normative e questo fa ben sperare. Non sempre infatti le imprese sono messe nelle condizioni di operare al loro meglio. Il cambiamento comunque è in atto e i dati elaborati dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, rilevano che tra il 2023 e il 2027 il mercato del lavoro italiano richiederà circa 2,4 milioni di occupati con competenze green di livello almeno intermedio e oltre 1,5 milioni di livello elevato e questa domanda coinvolgerà trasversalmente l’agricoltura, l’industria e i servizi, inclusa la pubblica amministrazione. In Veneto un settore chiave è quello del turismo perché siamo la prima Regione per numero di presenze turistiche annuali, ma sottolinea Lazzaro: «Benché trainante per lo sviluppo economico, per quanto riguarda la sostenibilità ambientale è necessario l’adeguamento delle strutture di accoglienza e del modello dell’accoglienza: sul fronte sociale penso ai residenti, vittime che vengono esclusi dalle attività commerciali e artigiane, in assenza di regole e colpiti dall’overtourism, il sovraffollamento turistico. Discrasie che dimostrano come si faccia ancora fatica a far collimare gli interessi: cambiano i bisogni e aumenta il bisogno di vacanze all’aperto, con 23 % I lavori che cambieranno da qui al 2027 69 I milioni di nuovi posti che verranno creati 38 % Dei veneti under 35 lavora nel settore alberghi mappe mobilità dolce, e questo ha portato l’offerta a ricalibrarsi. Oggi la domanda è più forte ed è importante quindi sia per le modalità di accoglienza che per la gestione della stessa perché i temi del rispetto dell’ambiente, dell’accessibilità per tutti, del risparmio energetico e delle risorse naturali stanno diventando imprescindibili». Per il presidente di Legambiente anche il numero chiuso di accessi alle città non è una soluzione ma un metodo per rallentare il fenomeno: «Se non si interviene sulla restituzione degli spazi pubblici alla residenza, alle attività artigianali, potremo contare i turisti ma non cambia la dinamica nella sostanza. Contro il degrado ambientale un plauso per le riserve della Biosfera Unesco che sono sicuramente un valore aggiunto perché chiedono un impegno alla collettività: diventare Mab Unesco (Man and the Biosphere) è una decisione che viene assunta dai promotori dichiarando impegni di spessore di tutela della biosfera e tutti possono trarre giovamento dalla stessa tutela del territorio».