Idee
Fame insaziabile di cemento. Il Veneto anche nel 2023 ha cementificato la maggior superficie di suolo in Italia
Padova è la città con più suolo consumato in relazione agli ettari totali
IdeePadova è la città con più suolo consumato in relazione agli ettari totali
Ancora una volta è il Veneto la regione italiana che nel corso di un anno, il 2023, ha consumato la maggior superficie di suolo. Lo conferma l’annuale rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), in collaborazione con le Arpa regionali, sul consumo di suolo in Italia, ovvero la conversione nell’arco di un anno delle aree naturali – agricole o incolte – a superficie antropizzata, pubblicato nelle scorse settimane. Anche nel 2023, i dati sono elevati e allarmanti, nonostante le numerose e devastanti alluvioni dell’ultimo periodo, in Emilia Romagna, a Valencia in Spagna, ma non solo. Il Veneto si conferma sul podio con un secondo posto di suolo netto consumato (217.520 ettari), ma ha il primato sull’incremento maggiore: ben 891 ettari in più di cemento e affini rispetto al 2022.
Il quadro nazionaleIn Italia l’incremento lordo di consumo di suolo nel 2023 è leggermente sceso rispetto al 2022, ma resta allarmante. Parliamo di 19,9 ettari consumati ogni giorno, ovvero 2,3 metri quadrati al secondo. Provate a guardare fuori dalla finestra per qualche istante, e immaginate che cosa significherebbe se là fuori ci fossero più di due metri quadrati di nuovo cemento per ogni secondo di osservazione. Collocate, poi, questa visione in un quadro già parecchio antropizzato: il 7,16 per cento del territorio nazionale (21.578 chilometri quadrati) è già coperto da cemento; se vi sembra poco, considerate che questa cifra corrisponde a 365,7 metri quadri per abitante, mentre nel 2012 si era a 348,2. Questa ulteriore crescita delle superfici artificiali è stata solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali: poco più di 8,15 chilometri quadrati provenienti per lo più dal ripristino di aree di cantiere, che costituiscono la differenza tra lordo e netto, ma secondo lo stesso Ispra si tratta di un «valore ancora del tutto insufficiente».
A livello locale In questo scenario, il Veneto guida la cementificazione, con una percentuale di suolo coperto artificialmente pari all’11,86 per cento (la media nazionale è del 7,16 per cento), ovvero 217.520 ettari. Stiamo un po’ meglio della Lombardia, che è cementificata per il 12,19 per cento, ma nel 2023 il Veneto ha registrato l’incremento maggiore con 891 ettari di nuovo cemento (780 in Lombardia). Scendendo sul piano provinciale, Verona è il territorio più cementificato, seguito dalla Marca trevigiana, mentre i Comuni più antropizzati sono, nell’ordine, Venezia, Verona, Padova, Vicenza e Treviso. Tuttavia, se guardiamo alla percentuale di suolo consumato in relazione alla superficie totale, il comune sul primo gradino del podio è proprio Padova, seguito da Spinea, Noventa Padovana e Treviso.
Quale cemento Cemento per cosa? Edifici, naturalmente, sia privati che pubblici, abitativi e produttivi, ma anche infrastrutture e impianti fotovoltaici. Non è banale citare le infrastrutture, perché, per esempio, queste non sono contemplate nel calcolo di consumo di suolo all’interno della legge regionale veneta 14 del 2017 – anche se è difficile pensare che una strada possa essere diversa da un parcheggio, in termini di perdita di suolo. Infine, l’Ispra sottolinea che «le trasformazioni sul territorio nazionale riconducibili alla logistica e alla grande distribuzione figurano tra le cause principali dell’incremento di superficie consumata in Italia», si tratta di 504 ettari di poli logistici solo nel 2023 (pari a 706 campi da calcio).

Nel sito di Arpa Veneto (Agenzia regionale per l’ambiente) è disponibile il rapporto 2023 sul consumo di suolo nella nostra regione (scaricabile a questo link: bit.ly/401SiJN). Nelle 44 pagine, tra l’altro, si invita a rivedere alcune delle deroghe in vigore con l’attuale legge regionale contro il consumo di suolo, che hanno impedito il rallentamento della cementificazione.
Giorgia Favero