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Un grave furto e atto vandalico ha colpito nella notte di sabato la sede padovana della Fondazione HOPE Ucraina, punto di riferimento fin dai primi giorni della guerra per il coordinamento degli aiuti umanitari verso il Paese in conflitto. Ignoti si sono introdotti nei locali concessi dal Comune di Padova, rubando computer, documenti e materiali di lavoro, e distruggendo porte, archivi e progetti dedicati all’inserimento e alla formazione dei cittadini ucraini in Italia.
«Sono appena rientrato dall’Ucraina, dove mi reco ogni mese per seguire i nostri centri di aiuto, e trovo questa devastazione nella nostra sede di Padova», racconta con amarezza Marco Toson, presidente della Fondazione. «Hanno rubato anche dentro le letterine destinate ai bambini ucraini. Questo è veramente uno scandalo. Ma non ci fermeremo davanti a questi atti. Continueremo a portare speranza e aiuto concreto alle famiglie e ai bambini che nessuno oggi sta realmente sostenendo».
Nata all’inizio dell’invasione russa, la Fondazione HOPE Ucraina continua a operare senza sosta grazie all’impegno di centinaia di volontari e collaboratori, attivi sia in Italia sia nei territori colpiti dal conflitto. Da un magazzino logistico di 12.000 metri quadrati partono quattro camion di aiuti ogni settimana, diretti verso i centri di accoglienza e le aree più devastate della guerra.
L’attività della Fondazione non si limita alla distribuzione di beni: HOPE Ucraina è coinvolta in progetti di sminamento umanitario, depurazione dell’acqua, fornitura di sistemi antincendio e sostegno diretto alle famiglie colpite. In Italia promuove percorsi di formazione, inserimento lavorativo e supporto psicologico per i profughi, contribuendo all’integrazione di una comunità di oltre 300.000 persone.
In vista del Natale, la Fondazione rilancia la campagna solidale «Non donare panettoni, dona speranza», con l’obiettivo di raccogliere contributi concreti per famiglie e bambini rimasti senza casa o rifugio. «Non chiediamo doni simbolici, ma gesti reali – spiega Toson – Ogni contributo può restituire calore, sicurezza e futuro a chi vive da anni nell’incertezza».
La Fondazione ha già sporto denuncia alle autorità competenti e ringrazia il Comune di Padova e i volontari che si sono attivati immediatamente per ripristinare la sede. «Questo colpo è duro – conclude Toson – ma la nostra risposta sarà la stessa di sempre: ricostruire, aiutare, sperare».