FattiGianfranco Refosco è stato riconfermato segretario regionale della Cisl Veneto. Dignità e tutela sono i punti cardine dell’occupazione
C’ è un mondo del lavoro da ricomporre, quel che conta è umanizzarlo per ridargli senso e prospettiva: più partecipazione, più produttività, più occupazione, più salario. È questo il messaggio che emerge dal 13° Congresso regionale della Cisl (Padova, 10-11 marzo) che ha riconfermato come segretario regionale il vicentino Gianfranco Refosco.
Segretario, un secondo mandato che si apre nella piena incertezza causa pandemia e conflitto in Ucraina.«Ci troviamo davanti a una situazione imprevedibile e il presidente del Consiglio Draghi in questi giorni ha evocato scenari anche più complessi: il rischio più grande è l’estensione di un conflitto attraverso il quale Putin attacca i valori dell’Europa, da parte nostra va tutta la solidarietà al popolo ucraino».
Quali effetti sulla nostra economia?«Assistiamo al rallentamento della forte ripresa della seconda metà del 2021 a causa della scarsità di materie prime e semilavorati a cui si aggiunge l’esplosione dei costi dell’energia. Dobbiamo rivedere l’asse delle priorità del nostro Paese in termini di lavoro, tanto più in una regione che vive di export: la domanda e le presenze turistiche calano, rischiamo lo stop della produttività e dei servizi».
Che cosa significa in questo contesto umanizzare il lavoro e restituirgli prospettiva e senso?«Significa tutelare il lavoro e la persona non solo con sussidi, ma con la possibilità di costruirsi nuove competenze. Il mondo cambia, la formazione diventa un diritto-dovere, ciò che si è imparato fino ai 19 anni non può bastare per l’intera vita. Vanno combattute forme di impiego che portano allo sfruttamento e alla penalizzazione. Ci sono periferie del lavoro che vanno presidiate, come caporalato, “nero” e lavoro povero con contratti non rispettati, spesso in settori con appalti e subappalti».
Ma come siamo arrivati a questo punto?«L’evoluzione tecnologica e dei paradigmi organizzativi delle grandi filiere globali hanno corso molto più velocemente rispetto alla nostra capacità di regolare il mercato del lavoro. Impieghi gestiti da piattaforme basate su algoritmi non consentono contrattazione, compromessa è la dignità del lavoro. Tuttora a livello di legislazione stiamo rincorrendo. E questo vale anche per le filiere che oggi si sviluppano su distanze intercontinentali, frammentando il lavoro: non esiste più il sito produttivo in cui entra la materia prima ed esce il prodotto finito».
Uno dei grandi temi del Congresso è stato il lavoro femminile. Tra dicembre e febbraio, Italia e Veneto hanno legiferato per la parità salariale, qual è la sua visione?«Parliamo di passaggi fondamentali, ma le leggi non bastano a risolvere il problema: ora vanno applicate. La legge veneta è particolarmente apprezzabile perché promuove anche la qualità del lavoro e istituisce il registro delle imprese virtuose, ma occorre che la singola amministrazione e la singola impresa acquisisca lo spirito di questa norma, servono per questo azioni sociali e contrattuali».
In Regione i tavoli di crisi si moltiplicano, come sostenere attivamente le imprese in difficoltà?«Il Veneto ha creato l’unità di crisi regionale, un tavolo a cui siedono l’azienda in crisi, la rappresentanza dei lavoratori, gli enti locali e le altre parti coinvolte. Un modello invidiato in Italia che ha permesso di attenuare molte situazioni complesse. Tuttavia spesso è possibile individuare soluzioni per il rilancio dell’impresa o facilitando il cambio di proprietà o con sostegno finanziario. Ci sono modelli di reindustrializzazione che potrebbero consentirci un passo in avanti: attraverso una modifica della sua mission, l’agenzia regionale Veneto sviluppo potrebbe giocare un ruolo essenziale, affiancandosi proprio all’unita di crisi».
Con 400.500 iscritti, la Cisl è oggi il primo sindacato in Veneto. In occasione del congresso di Padova “Ricomponiamo il lavoro”, ha presentato il quaderno sul pensiero strategico prodotto grazie ad alcuni sindacalisti che hanno mappato Cisl Veneto con lo scopo di definire i macro obiettivi dei prossimi cinque anni. «Il primo lo abbiamo chiamato contrattazioneinclusiva – spiega Gianfranco Refosco – Nei grandi siti occupazionali, per esempio una grande fabbrica, ma ancheun ospedale o un aeroporto, convivono realtà contrattuali differenti, dagli accordi nazionali, alle partite Iva, fino alle somministrazioni e le collaborazioni. Se il sindacato si occupa solo di una parte dei lavoratori finisce per escluderne altri: la sfida, anche nostra, è tenere sempre conto di tutte le espressioni del lavoro»
