FattiPubblicato il report del gruppo di monitoraggio delle prossime Olimpiadi: solo il 10 per cento delle opere completate, oltre la metà non sono green. Simico si difende: «Inaccettabile e diffamatorio»
«Abbiamo dati di 94 opere su cento previste dal Piano delle opere delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026. Ci dicono che il 50 per cento delle opere è in una fase precedente alla posa del primo mattone, ossia in fase di progettazione o in gara, per un valore economico complessivo di 3,4 miliardi di euro. Nel 60 per cento dei casi si è agito senza prevedere, in fase iniziale, una valutazione d’impatto ambientale delle opere perché non necessaria o valutata come tale, in coerenza con le norme. Al momento sono concluse sei delle 59 opere per cui la fine lavori è prevista entro il 4 febbraio 2026, pari al circa il 10 per cento». È questo il bilancio provvisorio a meno di un anno dall’inizio delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026, secondo il gruppo di venti associazioni (tra cui Cai, Legambiente, Wwf) promotrici della campagna internazionale di monitoraggio Open Olympics 2026 per la trasparenza dei Giochi invernali. Il report analizza i dati disponibili sul portale Open Milano-Cortina 2026 (www.simico.it/ piano-delle-opere) messo a disposizione da Simico e aggiornati al 15 gennaio 2025: «La piattaforma, attiva da ottobre 2024, è stata realizzata da Simico, con un riconosciuto sforzo – sottolineano le associazioni – segnando un importante passo verso una trasparenza fruibile». Attraverso l’analisi dei dati, la rete Open Olympics 2026 rinnova quattro “domande civiche”: il conteggio effettivo dei progetti (il gruppo associativo evidenzia che dal portale di Simico mancano sei delle cento opere previste dal Piano, oltre a quelle escluse dal Dpcm ma comunque legate ai Giochi); la trasparenza sulle fonti di finanziamento e sulle spese effettivamente sostenute (dettagli ancora assenti nel portale); i dati sull’impronta Co2 per valutare efficacemente l’impatto ambientale delle opere; chiarimenti su come si eviterà di scaricare i costi su ambiente, lavoro e controlli, considerati i tempi ristretti. Dura la riposta di Simico. Nella nota si legge: «Il report divulgato dalle venti associazioni induce a strumentalizzazioni inaccettabili. I dati, pubblicati online con la massima trasparenza e quindi a disposizione di tutti i cittadini, dicono in modo chiaro e incontrovertibile che il Piano delle opere olimpiche è in linea con il cronoprogramma e che, soprattutto, i cantieri delle opere sportive procedono nel pieno rispetto del timing stabilito (in taluni casi in anticipo). Affermare il contrario non è solo falso, ma assolutamente diffamatorio. Oltre alla trasparenza, un tema caro è sempre stata la legalità. Simico, con il protocollo siglato con il ministero dell’Interno, ha creato un ulteriore strumento di tutela contro ogni rischio di infiltrazione criminosa».
