Chiesa | DiocesiLunedì 24 febbraio, nel convento-santuario di San Leopoldo Mandić, si è svolta una serata di condivisone fraterna tra alcuni giovani consacrati e consacrate della Diocesi di Padova
I partecipanti sono stati invitati a riflettere sull’importanza e sul significato della loro scelta di sequela totale a Cristo e sul senso che tale risposta vocazionale riveste nel cammino della Chiesa presente e futuro. Eventi di questo tipo, pur nella loro semplicità, sono di fondamentale importanza per le sfide che la comunità ecclesiale, sia patavina che universale, sarà chiamata ad affrontare negli anni a venire. Non solo, infatti, contribuiscono a creare rapporti interpersonali sempre più stretti e coesi tra le varie realtà religiose presenti, ma ci si rende conto sempre di più di come l’unità tra le molteplici membra del popolo santo di Dio costituisca la via maestra e imprescindibile per annunciare la perenne freschezza del Vangelo di Cristo agli uomini e alle donne di questi tempi così difficili e tormentati. In un mondo segnato da guerre fratricide, violenza ingiustificabile e rapporti tra i popoli sempre più complessi, la testimonianza di pace e perdono portata avanti con instancabile costanza dagli operai della vigna del Signore costituisce un seme di speranza irrinunciabile e indica a tutti come la diversità di doni e carismi non sia un ostacolo da aggirare ma, al contrario, una ricchezza da custodire. Certo, non ci sono ignote le tante difficoltà e le ferite, talvolta sanguinanti e dolorose, che sono presenti anche all’interno della comunità dei credenti. Eppure, restiamo convinti che anche queste possano rappresentare un’occasione di rinascita, se sapremo lasciarle illuminare dalla luce antica e sempre nuova dell’alba del mattino di Pasqua e se ogni consacrato e consacrata saprà mantenersi fedele al mandato missionario di Gesù: «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19).
(fra Matteo Sebastiani, cappuccino)
