Tra le centinaia di migliaia di giovani che nei prossimi giorni arriveranno a Roma per il loro Giubileo anche giovani oriundi italiani che vivono all’estero come Raphaël e Ludovic, entrambi residenti di Francia. Raphaël Pallotta ha 25 anni vive in Alta Savoia, ad Annecy, dove insegna storia e geografia. Crescere in questa regione tra due Paesi – l’Italia e la Francia – è “veramente grande ricchezza”, ci dice in questo colloquio poco prima dell’inizio del Giubileo che lo porterà a Roma, prima occasione anche per partecipare ad un evento con Papa Leone XIV. Il cognome Pallotta viene dai bisnonni emigrati dal Lazio in Alta Savoia all’inizio del XX secolo in cerca di un lavoro e di un futuro migliore. La famiglia di Raphaël ha sempre avuto un forte legame con il paese d’origine, l’Italia. Per questo Raphael per un periodo ha vissuto a Milano dove ha frequentato la Facoltà di Storia.
Il Giubileo per Raphaël è
“un atto di fiducia: Dio non resta nei luoghi dove lo abbiamo conosciuto da bambini, cammina con noi quando partiamo. Attraversare la Porta Santa con giovani di tutto il mondo ci aiuta a prendere coscienza della Chiesa cattolica, universale e anche giovane. È molto importante dimostrare a tutti mostrare al mondo che la Chiesa cattolica non è morta, ma molto viva!”.
Raphaël ha potuto fare quest’esperienza partecipando agli eventi della Giornata mondiale dei giovani due anni fa a Lisbona in Portagallo: giornate che hanno “davvero rafforzato la mia fede”, dice. L’appuntamento dei prossimi giorni – aggiunge in questo dialogo con il Sir Raphaël – è l’occasione per
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“vivere la Chiesa universale con tanti giovani dinamici e sorridenti provenienti da tutto i Paesi del mondo”.
Inoltre, per rendere “il mio viaggio parte di una ricerca di perdono e per interrogarmi sul percorso che sto facendo nella vita”. Il viaggio-pellegrinaggio per Roma di Raphaël passerà per Oropa, Torino, Milano e Rimini prima di arrivare a Roma: “Sarà anche un’opportunità per incontrare molte persone. È anche importante per me riflettere maggiormente sulla virtù teologica della speranza. In un mondo a volte lacerato – spiega – dal dubbio, dal conflitto e dalla disperazione, credo sia importante riaffermare che Cristo ci vuole testimoni di questa speranza nel mondo e per il mondo”.
Anche Ludovic Brochard ha 25 anni e vive come Raphaël in Alta Savoia. I suoi nonni materni sono originari di Asiago, in provincia di Vicenza, in Veneto. Sono emigrati in Francia negli anni ’60 per trovare lavoro. La mamma è nata in Francia imparando la lingua francese ma non tralasciando la lingua dei genitori, l’italiano e soprattutto non tralasciando la fede cattolica e seguendo le tradizioni trasmesse dai genitori e soprattutto dal padre, Firmino.
Ludovic ha conosciuto, sin da piccolissimo, grazie proprio alla sua famiglia, la Missione cattolica italiana. Il papà è invece originario di Parigi trasferito, per ragioni di lavoro, in Alta Savoia dove si è sposato e vive. Il legame con l’Italia è molto forte: Ludovic ha scelto il Bel Paese per il suo percorso Erasmus. Ha trascorso un anno a Roma dove ha scoperto – come racconta – “non solo le sue bellezze ma anche il suo immenso patrimonio spirituale”. Il Giubileo – ci dice – rappresenta “per me una grande opportunità di vivere qualcosa di unico nella mia vita”. Giorni da trascorrere a livello personale e ma anche per
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“incontrare la misericordia di Dio”.
Andare a Roma, per il Giubileo dei giovani, con tanti giovani coetanei, significa “fare questo sforzo, questo spostamento o ancora questo movimento di fede che ci fa alzare dal divano per ricevere al più profondo di noi, la misericordia di Dio. Varcare la Porta Santa simboleggia al massimo il cambiamento della nostra vita sotto lo sguardo del Signore. La religione cattolica è la religione del cuore e Dio ci aspetta proprio qui”.
“È molto importante che giovani italiani in emigrazione vivono questa esperienza con altro giovani delle diocesi locali e di tutto il mondo per testimoniare quella speranza che portando dentro e che spesso non viene trasmessa”,
dice il coordinatore nazionale delle Missioni cattoliche italiane in Francia, don Pasquale Avena.