Giubileo movimenti e associazioni. Scoppola (Agesci): “Segno di presenza nella Chiesa”
Ci sarà anche l’Agesci, l’Associazione guide e scout cattolici italiani, in piazza san Pietro per partecipare al Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità del 7 e 8 giugno. Una presenza che fa seguito a quella per il Giubileo degli adolescenti, quando in piazza Risorgimento, a Roma, scesero in campo oltre 3mila tra esploratori e guide accompagnati dai loro capi. Della partecipazione dell’Associazione al Giubileo dei movimenti abbiamo parlato con Francesco Scoppola, co-presidente nazionale dell’Agesci insieme a Roberta Vincini
Ci sarà anche l’Agesci, l’Associazione guide e scout cattolici italiani, in piazza san Pietro per partecipare al Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità del 7 e 8 giugno. Due giorni ricchi di incontri di fede, comunione e testimonianza che vivranno i loro momenti clou nel pellegrinaggio alla Porta Santa e nella Veglia di Pentecoste in piazza san Pietro con Papa Leone XIV, sabato 7, e la messa, sempre in piazza, celebrata dal Pontefice, il giorno dopo. Una presenza che fa seguito a quella del Giubileo degli Adolescenti, quando in piazza Risorgimento scesero in campo circa 4000 tra esploratori e guide accompagnati dai loro capi. E già si scaldano i motori per il Giubileo dei Giovani che si terrà dal 28 luglio al 3 agosto. Della partecipazione dell’Associazione, che conta oltre 182mila aderenti, al Giubileo dei movimenti abbiamo parlato con Francesco Scoppola, co-presidente nazionale dell’Agesci insieme a Roberta Vincini.
Qual è il senso della vostra presenza al Giubileo dei Movimenti? Il senso di una presenza sicuramente non scontata. Partecipare al Giubileo è un segno di presenza nella Chiesa.
Non è semplicemente la partecipazione ad un evento dell’anno giubilare, ma è sentirsi parte della Chiesa, camminare nella Chiesa, essere Chiesa.
Inoltre, ciò che desideriamo evidenziare è l’idea che il Giubileo è un percorso parte anche di un’attività di natura educativa che vivono i nostri ragazzi.
Pellegrini di speranza è il tema di questo Giubileo. Che significa per l’Agesci essere ‘pellegrini di speranza’? Significa dare gambe concrete a quello che è anche il messaggio dello scoutismo. L’idea del pellegrinaggio, per noi scout, è un richiamo all’immagine del pellegrino, del camminatore, di colui che si mette in strada e che, nel cammino, incontra non solamente la fatica, scoprendo se stesso, i propri limiti e risorse, ma fa anche la conoscenza di nuovi mondi e nuove persone.
L’idea del pellegrinaggio è parte stessa del metodo scout.
La speranza: il pellegrino non vive la propria dimensione in maniera solitaria, individuale, ma cerca, proprio come siamo impegnati a fare in Agesci, di portare a tutti, non solo agli scout, un messaggio di speranza, che è un messaggio di ottimismo: vivere il mondo seminando, con la propria presenza, speranza.
È forse anche questo un modo per ridire l’importanza di quella “C”, cattolici, che campeggia nello stemma dell’Agesci? Assolutamente sì. La ‘C’ di Agesci non è semplicemente una lettera, ma è il segno visibile della dimensione confessionale della nostra associazione, è l’idea di essere parte di una grande Chiesa. E possiamo rendercene conto ancora di più adesso all’alba di un nuovo pontificato.
Il Giubileo dei movimenti sarà anche l’occasione per rinnovare lo slancio del cammino ecclesiale e per riscoprire il senso della vocazione laicale. In che modo questa ‘chiamata’ interpella l’Agesci? La presenza dei laici oggi è quanto mai necessaria e non è solo un tema di utilità. Intendo dire, per esempio, che il calo delle vocazioni non necessariamente richiama un maggiore protagonismo del laicato.
Il laicato porta dentro la vita della Chiesa e nella società, quel punto di vista sui segni dei tempi che è sempre più necessario, al di là dei numeri delle associazioni e delle aggregazioni.
È uno sforzo corale, collettivo, collegato e in linea con quello che è il percorso sinodale della Chiesa cattolica italiana e non solo.
Come vi siete preparati all’incontro del 7 e 8 giugno? L’esperienza dello scautismo è un’esperienza radicata nei gruppi e nei territori; quindi, i gruppi hanno una grandissima libertà nella partecipazione. Da questo punto di vista noi stiamo semplicemente facendo un po’ da collettore a tanti gruppi che ci chiedono informazioni. Il giorno 7 saranno presenti, oltre ai vari gruppi, la capo-guida e il capo-scout d’Italia, il Consiglio nazionale che è composto da tutti i responsabili regionali Agesci e dal Comitato nazionale che raggruppa, oltre alla presidenza e all’Assistente ecclesiastico generale, anche i diversi incaricati nazionali. Intanto stiamo già pensando al Giubileo dei Giovani che ci vedrà presenti, come Agesci, anche in una grande veglia alla Basilica di San Paolo insieme alla Conferenza mondiale dello scautismo cattolico.