Hanno tra i 45 e i 55 anni, spesso sono genitori con figli a carico, vivono in affitto o con un mutuo da onorare, affrontano precarietà lavorativa, disagio abitativo, fragilità psicologica. È questo il profilo prevalente delle persone accolte nel corso del 2024 dalla rete dei Centri di ascolto e di distribuzione della Caritas diocesana di Gorizia, delineato nel Rapporto povertà 2025 intitolato “Ascoltare Gesù nel fratello”. Presentato in concomitanza con il report statistico nazionale di Caritas italiana, il documento restituisce uno spaccato locale in linea con il quadro nazionale, ma con alcune accentuazioni: cresce il numero di persone in difficoltà, aumentano le problematiche segnalate, si abbassa l’età media di chi chiede aiuto, mentre il lavoro non rappresenta più una garanzia contro la povertà.
Numeri in aumento e povertà “in famiglia”.
Nel 2024 si sono rivolte alla rete Caritas diocesana 838 famiglie, pari a 1.958 persone, in netto aumento rispetto alle 688 famiglie (1.612 persone) del 2023. Oltre la metà (52,69%) vive in nuclei familiari, in larga parte genitori con figli minori. “La maggior parte delle persone che cercano aiuto alla Caritas hanno il volto di un padre o di una madre con figli”, sottolinea Renato Nucera, direttore della Caritas diocesana. Il 53,46% delle famiglie è di cittadinanza italiana, ma aumenta anche la componente straniera. Cresce inoltre la quota di persone sole (41,92%, +2,8% rispetto al 2023), spesso affette da disturbi psichici, dipendenze o emarginazione cronica. Il restante 5,38% condivide l’alloggio con amici o conoscenti per mancanza di alternative.
Una povertà che cambia volto.
Il report evidenzia uno slittamento verso il basso dell’età media degli utenti. Gli under 45 sono oggi il 32,7%, contro il 29,73% dell’anno precedente. Resta alta (48,92%) la quota dei 45-55enni, una fascia colpita da precarietà lavorativa, solitudine, malattie, difficoltà familiari e una bassa scolarizzazione, come rilevato anche dall’Osservatorio delle Caritas del Friuli Venezia Giulia. Tra le donne over 50 emerge con forza la difficoltà a conciliare lavoro e cura dei familiari anziani e non autosufficienti.
Lavoratori poveri e disagio abitativo.
A conferma del fenomeno dei lavoro povero, il 21% dei lavoratori ha un reddito insufficiente per un’esistenza dignitosa. “L’occupazione lavorativa non è più una garanzia sufficiente per ritenersi immuni dal rischio di povertà”, ribadisce Nucera. A Gorizia, il 92,96% delle famiglie accolte dai CdA e CdD presenta un problema economico, spesso aggravato da contratti precari o redditi intermittenti. I settori più colpiti sono l’edilizia, la ristorazione, l’assistenza a minori e anziani. Un ulteriore fronte critico è quello dell’abitare: il 75,27% vive in affitto, spesso con canoni insostenibili. Anche tra i proprietari (13,92%) sono frequenti le situazioni di sovraindebitamento per mutui. Le persone in grave disagio abitativo sono state 80 nel 2024: senza dimora, ospiti in strutture, in edifici fatiscenti o sistemazioni di fortuna.
Ascoltare per accompagnare.
Oltre all’aiuto materiale (sussidi, alimenti, vestiario), il tratto distintivo dell’azione Caritas resta l’ascolto. “È il mandato specifico che le comunità cristiane conferiscono ai Centri di Ascolto – spiega Nucera –. Se empatico e approfondito, aiuta la persona a comprendere di non essere sola, a ordinare i propri bisogni e a ritrovare fiducia”. Nel 2024 l’81,62% delle persone accolte ha ricevuto ascolto; il 37,35% ha beneficiato di accompagnamento e orientamento personalizzato, in crescita rispetto al 25,15% del 2023. La rete Caritas diocesana conta 17 centri parrocchiali e uno diocesano, con 102 volontari e un operatore professionale, per un totale di 41 ore settimanali di apertura. “Un esercito silenzioso – conclude Nucera – che ogni giorno si fa segno concreto di speranza, là dove il buio della povertà rischia di spegnere ogni fiducia”.