Chiesa | DiocesiVescovo Gomiero La sua parrocchia, Castelnuovo di Teolo, celebra il centenario della nascita (7 dicembre) e i 15 anni dalla morte (20 novembre)
Nel centenario della nascita e nel concomitante 15° anniversario della morte, la parrocchia natale del vescovo Martino Gomiero, San Biagio di Castelnuovo, conclude l’anno a lui dedicato con la doppia celebrazione eucaristica di mercoledì 20 novembre alle 16 e sabato 7 dicembre alle 10. Il 20 novembre, dopo la messa, viene presentato il volume Mons. Martino Gomiero vescovo nel cuore della gente. La pubblicazione curata dalla comunità parrocchiale presenta una succinta biografia del sacerdote, nato il 7 dicembre 1924 in un’antica casa colonica in cima alla “Grotta dei Salva”, sacerdote nel 1948, laureato in teologia e quindi nominato assistente e segretario del vescovo Bortignon, rettore del seminario, arciprete di Monselice, vescovo di Velletri e Segni, nel basso Lazio, e poi di Adria-Rovigo, scomparso all’Opera della Provvidenza, dove era ritirato da alcuni anni, il 20 novembre 2009, e sepolto nel cimitero di Castelnuovo. Il pregio del quaderno, corredato da numerose fotografie in parte esposte nella mostra allestita nella sacrestia della parrocchiale, è quello di completare ogni momento della sua vita con testimonianze che colgono a tutto tondo la personalità umana, sacerdotale e pastorale di “don Martin”, come da sempre l’hanno chiamato i compaesani. Proprio un compaesano, Luigi Turetta, rammenta come «la gente di Castelnuovo abbia sempre avuto un rapporto con mons. Martino improntato a rispetto, riconoscenza e anche orgoglio perché credo sia la persona che più di tutte ha saputo interpretare i sentimenti e i valori vissuti dalle famiglie di questo territorio onorando e dando lustro al paese». Numerosi i ricordi di Gomiero rettore in seminario. «A Roma, a fine aprile – narra don Luigi Bonetto – per i cinquant’anni di servizio pastorale con i compagni di ordinazione siamo riandati agli ultimi anni di seminario: tutti riconoscevamo – ma questo da sempre – l’importanza che ebbe il rettore nella nostra formazione negli anni particolarmente difficili della contestazione giovanile che, dal 1968 in avanti, aveva scosso anche le salde mura secolari della formazione seminaristica. Nonostante questo, il Seminario di Padova seppe tenere fermi i principi irrinunciabili delle regole istituzionali senza escludere vie nuove di approccio allo studio teologico e alla pastorale parrocchiale». «Come rettore – incalza don Danilo Zanella – era costruttivo sia nel comportamento, sia per la formazione e come docente di liturgia. Nell’intensa azione pastorale come arciprete di Monselice, dove è molto ricordato, era capace di salutare tutti per nome, come fossero unici, proprio da Buon pastore, soprattutto i poveri e quanti avevano bisogno di un consiglio o della confessione sacramentale. Quando ero vicedirettore a Villa Immacolata, per prepararsi all’ordinazione episcopale mons. Gomiero fu ospite della casa diocesana e lo vedevo più in preghiera che in trepidazione”» «Era un sacerdote – scrive don Francesco Lorenzin, suo coadiutore a Monselice – una persona semplice, tanto umana, vicina a tutti nella gioia e nella vita di ogni giorno. A tutti ha voluto bene, faceva con amore la visita alle famiglie». «Mons. Gomiero – conferma don Alfredo Neri – ogni venerdì pomeriggio veniva all’ospedale; passando per ogni reparto salutava tutti e per tutti aveva una parola buona. La fiducia che emanava la sua figura di sacerdote, sempre vicino a tutti, riuscì a convincere anche i più riottosi a tornare al sacramento del perdono e della Misericordia di Dio». La carità fu una costante di don Martino: «La sua attenzione verso l’Opsa – sintetizza il suo storico direttore, mons. Roberto Bevilacqua – fu costante, da quando era segretario del vescovo Bortignon a quando divenne rettore, arciprete, vescovo. Mi sembra significativo un episodio poco conosciuto di cui sono stato testimone: appena ordinato vescovo venne alla Provvidenza, guidò la processione eucaristica serale affidandosi alle preghiere degli ospiti; dopo la celebrazione diede a mons. Frasson una scatoletta dicendo di utilizzare il contenuto per le necessità degli ospiti. Si trattava di una preziosa croce pettorale avuta in dono in occasione della nomina a vescovo». Nel volume, aperto dal messaggio del vescovo Claudio Cipolla, sono offerti vari altri contributi tra cui vanno ricordati quelli di Annamaria Bizzotto, di cui Gomiero già vescovo ha celebrato le nozze, mons. Cornelio Boesso assistente in seminario, don Giuseppe Grigolon della Diocesi di Velletri e Segni, mons. Valerio Valentini della diocesi di Adria-Rovigo.
