Fatti
Grande raccordo anulare di Padova, déjà vu
L’opera stradale che circumnavigherebbe Padova torna “di moda” dopo che in Consiglio regionale Boron e Soranzo hanno rilanciato il progetto. Adeguandolo alle nuove esigenze
L’opera stradale che circumnavigherebbe Padova torna “di moda” dopo che in Consiglio regionale Boron e Soranzo hanno rilanciato il progetto. Adeguandolo alle nuove esigenze
«Un’opera strategica per migliorare la viabilità, ridurre il traffico pesante nei centri abitati, aumentare la sicurezza stradale e valorizzare un territorio che merita infrastrutture moderne e sostenibili». Non ha usato mezzi termini il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e già sindaco di Selvazzano, Enoch Soranzo, quando nei giorni scorsi ha commentato gli ultimi pronunciamenti della Giunta. Il Grande raccordo anulare di Padova, o semplicemente Grap, è una vecchia conoscenza del dibattito regionale: l’iter autorizzativo negli archivi del Mase risale a un periodo compreso fra il 2009 e il 2012, quando ancora il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva un altro nome e un altro imperscrutabile acronimo, ma le sue radici affondano all’epoca in cui in città doveva arrivare persino un’idrovia. L’idea di circumnavigare Padova con un sistema di strade alla stregua di quello che cinge Roma e Vienna è alquanto articolata e dovrebbe riguardare circa 42 chilometri di strade divise quasi equamente fra quelle di nuova realizzazione e quelle da adeguare al nuovo carico di veicoli che dalla rete locale e autostradale vi confluirebbe. «Una rete pensata per togliere il traffico pesante dalle strade più congestionate, come via Chiesanuova, e migliorare la qualità della vita nei Comuni di Rubano, Selvazzano, Abano, Cadoneghe e Vigodarzere – continua il consigliere Soranzo – La risposta della Giunta regionale apre una riflessione importante: oggi più che mai serve un confronto serio, trasparente e condiviso con il territorio, per attualizzare il progetto e renderlo compatibile con le nuove esigenze ambientali, urbanistiche e di mobilità, come l’arrivo della nuova tramvia, ma è fondamentale non perdere di vista l’obiettivo: offrire ai cittadini e alle imprese un sistema viario più efficiente, più sicuro e in grado di guardare avanti». Sulla stessa linea si era espresso anche un altro consigliere regionale, il padovano Fabrizio Boron, che nella primavera 2024 aveva presentato un’interrogazione alla Regione. «C’è voluto oltre un anno per ricevere una risposta dalla Giunta regionale. Una risposta che percorre solo l’iter fino a oggi e non dà né prospettive, né soluzioni». «Ripulito da ogni ipotesi che non piaceva al territorio» definiva l’ultimo progetto realizzato da Gra spa la sua presidente, Luisa Serato, dimessasi nel 2021. Anni di polemiche, istanze e modifiche avevano comunque portato la Regione a chiudere il tutto in un cassetto. Accantonato ma non dimenticato perché nell’autunno scorso il sindaco della città, Sergio Giordani, si definiva favorevole e così il suo vice, Andrea Micalizzi. Una riapertura di credito che seguiva a quella della Provincia: dopo una trentina d’anni un altro capitolo di questa storia, non l’ultimo.