Chiesa | Diocesi
Gruppi di discernimento sinodale. Per un confronto aperto
Alcuni dei moderatori raccontano perché hanno scelto di mettersi in gioco, cosa si aspettano, chi hanno coinvolto...
Chiesa | DiocesiAlcuni dei moderatori raccontano perché hanno scelto di mettersi in gioco, cosa si aspettano, chi hanno coinvolto...
C’è chi ha fatto esperienza di facilitatore, chi ha partecipato agli Spazi di dialogo, chi era nella Commissione preparatoria, ma anche chi è curioso e vuole mettersi in gioco. Diverse sono le motivazioni che spingono a diventare moderatore dei Gruppi di discernimento sinodale, che sono chiamati a confrontarsi su uno dei 14 temi del Sinodo e che si incontreranno da ottobre a dicembre. «Se mi chiedono perché diventare moderatore – dice Sonia Ferro della parrocchia di San Bonaventura – rispondo semplicemente: “Vieni e di’ la tua”. Il fatto di dire e mettere la propria idea sul piatto è utile a chi lo fa e a chi ascolta. “Vieni e capiamo dove stiamo andando. Ci si lamenta, ma tu cosa proponi?” Io ho deciso, perché mi sembrava giusto dare un contributo in modo diverso. Non c’è una motivazione particolare, volevo mettermi in gioco. Mi sembrava giusto partecipare in pri ma persona». Il moderatore è persona accogliente e capace di ascolto, in grado di far star bene gli altri e di creare un dialogo aperto e sincero. La sfida è coinvolgere poi un gruppo, partendo magari dalla propria cerchia di amicizie e conoscenze, e allargando lo sguardo verso chi non è attivo in parrocchia. «Il pericolo – sottolinea Tino Cortesi, della parrocchia di San Camillo a Padova – è un atteggiamento autoreferenziale: si chiamano solo persone che sono presenti in parrocchia senza cogliere l’occasione di coinvolgere chi non frequenta, non è a messa, è distante e invece nel momento in cui la chiesa si interroga come essere vicino a un territorio queste persone devono essere coinvolte. Cercherò in particolare di coinvolgere i giovani e proprio i giovani e le nuove generazioni è il tema che ho scelto di affrontare. Il linguaggio e le modalità sono le due problematiche: deve essere fatto uno forzo collettivo perché l’annuncio di fede sia compreso e trovare strumenti perché questa comunicazione avvenga. I giovani ci sono, basti pensare ai campi di Libera o alle esperienze della comunità di Sant’Egidio. Questo ci dice che dobbiamo avere la capacità di imparare linguaggi in grado di offrire opportunità che non siano unicamente liturgiche. Ho accettato questo ruolo proprio perché penso che le cose debbano andare in maniera diversa». Che senso dare ai Gruppi di discernimento? Secondo Daniele Frison della parrocchia di Laghi di Cittadella – che ha scelto il tema sulla famiglia e ha già un gruppo di famiglie – il senso è ritrovarsi e «ripercorrere insieme il significato di famiglia nella nostra comunità. Vorrei che i gruppi continuassero anche a Sinodo concluso. Stiamo imparando un nuovo modo di trovarci, anche se faccio fatica a pensare come introdurre le persone al di fuori in un percorso sinodale, forse sarà più semplice in un secondo momento». E se si ricevono dei no per la formazione dei gruppi? «Non mi spaventano conclude Ferro – Se una comunità è vivace le persone si trovano. Penso sia una buona occasione per capire come stiamo camminando come adulti, famiglie, comunità. Come ci poniamo di fronte alla nostra fede, al nostro essere e fare i cristiani».
È stata posticipata al 15 settembre la data d’iscrizione dei moderatori ai Gruppi di discernimento sinodale. Nel sito https://gds.diocesipadova.it si possono indicare due possibili temi di approfondimento tra i 14 individuati dalla Commissione preparatoria.
In questo momento – sottolinea Tino Cortesi – o siamo in grado di vedere le cose in modo un po’ più critico e con mente aperta o siamo capaci solo di tamponare. Ma questo non serve a nulla. Bella la sfida mondiale del Sinodo, bello sarebbe che a questo sforzo corrispondesse anche una capacità di compiere scelte forti, coraggiose, fiduciosi che questo è un regalo che ci viene dato. Quando si attiva una partecipazione e si risponde a una sfida, le novità fanno crescere».