Chiesa
Dopo la detenzione di sette ore e l’espulsione dall’aeroporto di Tel Aviv, don Nandino Capovilla ha voluto riportare il centro dell’attenzione su Gaza. Lo ha ribadito nella conferenza stampa organizzata da Pax Christi: «Non puntate i riflettori, i microfoni su di me, ma guardate al motivo per cui stavo andando lì e guardate al popolo di Palestina».
Betta Tusset, referente della campagna “Ponti non muri” — nata nel 2004 come sezione italiana di un’iniziativa internazionale — ha ricordato le parole di san Giovanni Paolo II: «Quella terra non ha bisogno di muri, ha bisogno di ponti». La missione è «andare, conoscere, abbracciare, condividere e poi tornare» portando in Italia la voce di chi «vive l’occupazione in termini di negazione del movimento, vede distrutte le proprie case, è imprigionato illegalmente». Sempre «dalla parte del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario».
Raccontando la sua esperienza, don Nandino ha sottolineato la sproporzione tra il suo caso e la tragedia di Gaza: «Si dice che nella giornata in cui io sono stato detenuto… 400 bambini o sono morti o sono stati feriti», citando dati UNICEF. Ha criticato l’uso “libero” delle parole nei documenti che lo definivano “pericolo per la sicurezza dello Stato di Israele”, paragonando la sua situazione a quella di chi è sotto mandato della Corte penale internazionale. Ha rifiutato di firmare il provvedimento di espulsione: «Non lo firmo».
Don Renato Sacco, del Consiglio nazionale di Pax Christi, ha attaccato la politica italiana ed europea: «L’Italia è il terzo Paese che vende armi a Israele… L’Unione Europea è il più importante investitore in Israele, doppiando gli Stati Uniti». E ha chiesto di interrompere i rapporti «di morte».
Da Taibe, il vescovo Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, ha ribadito: «Noi non taceremo. Noi andiamo avanti con coraggio, fermezza e determinazione». Ha sognato una marcia di “500.000” persone attraverso Gaza guidata da leader religiosi di diverse fedi.
Antonio De Lellis, coordinatore nazionale di Pax Christi, ha citato Hannah Arendt: «Un processo di oppressione è possibile se sono compresenti cecità, complicità e obbedienza». Da qui l’appello alla campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni).
Tra gli interventi, domande sui pellegrinaggi non turistici, sul sostegno alle comunità religiose locali e sul ruolo del Vaticano. Don Nandino ha ricordato che in Palestina «ci aspettano» e ha segnalato anche la presenza di soldati israeliani obiettori di coscienza.
Betta Tusset ha presentato il libro “Sotto il cielo di Gaza”, scritto con don Nandino, che documenta «pulizia etnica ed ora genocidio» con materiali dell’OCHA. L’ex corrispondente Rai Filippo Landi ha ipotizzato che la pubblicazione possa aver influito sull’espulsione, ma Nandino non ha avuto conferme.
In chiusura, don Sacco ha richiamato l’importanza di un’«informazione disarmata e disarmante che mette al centro la persona e non gli interessi» e annunciato nuovi incontri a Mestre e al Lido di Venezia per mantenere viva l’attenzione sulla Palestina.